mercoledì 9 giugno 2010

IL BAVAGLIO E' NEI NOSTRI CERVELLI

Negli anni 30 si chiamava MinCulPop.
Il Ministero per la Cultura Popolare si occupava di controllare tutti gli organi di stampa e di informazione, nonché le attività culturali e l’educazione. L’attività principale era, oltre alle minacce, la CENSURA.
Lo scopo: controllare l'immagine pubblica del regime e monitorare il consenso dell'opinione pubblica attraverso i sondaggi. La censura vietava la messa in commercio di film o spettacoli teatrali che rischiavano di ledere l'immagine nazionale, che mettevano in discussione i contenuti ideologici del fascismo. Ricorda niente?

Ora, mentre i sindacati e lavoratori scendono in piazza per protestare a tagli alla cultura, giornalisti e poliziotti presidiano costantemente Palazzo Madama, i terremotati Abruzzesi vengono insultati nuovamente da minacce e ricatti degni di un Kapo,
il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha forzato nuovamente la mano contro:
- l’INFORMAZIONE: blindando il testo sulle intercettazioni “legge bavaglio” e scagliandosi contro la Rai, complice di aver dato voce a quel “comunista” di Santoro. Nella duplice veste di Presidente del Consiglio e Ministro dello Sviluppo Economico con delega sulle comunicazioni, ha minacciato di abolire il canone rai e ridurre i finanziamenti alle reti pubbliche (già degradate a reti partitiche da giornalisti servili e parziali)
- la MAGISTRATURA: affermando che “La sovranità non è più nelle mani del popolo, ma nelle mani di alcuni PM che attraverso al Corte Costituzionale si fanno abrogare alcune leggi”, quando avviene solo PER quelle leggi che violano espressamente la Costituzione Italiana.
E mentre ci si chiede dove sia finita la sovranità che non trova più, è bene ricordare che si tratta di PRINCIPI DETTATI DALLA COSTUTUZIONE E DALLE CARTE DEI DIRITTI INTERNAZIONALI.

L’informazione, se non è libera e/o in mano agli organi di potere, ha il potere di inFORMARE le masse, ormai assuefatte a tette, culi, calcio e lotterie.
E mentre la velina di turno ancheggia ipnoticamente e l’ennesimo cucciolo di cane viene riportato a casa seguito da un alacre reporter di StudioAperto, la calda mano del Governo massaggia il nostro didietro con la vaselina.
Silvio Berlusconi, con la passiva complicità della non-opposizione, e di un Presidente della Repubblica grafomane, tenta di distruggere la Costituzione, la carta fondamentale per cui i nostri nonni hanno combattuto e sono morti. Non si tratta di militanza o accanimento nei confronti di un imprenditore piduista, pieno di debiti, indagato per storie di mafia, falso in bilancio, frode fiscale e corruzione giudiziaria.

NO

Si tratta della nostra libertà, del nostro cervello, del nostro futuro. Si tratta anche dei nostri soldi.
Si tratta della nostra memoria storica, che grazie a un cervello lobotomizzato seppelliamo ogni giorno sotto le macerie stronzate a cui ci aggrappiamo.

Si tratta della LIBERTA' DI SCEGLIERE
cosa guardare, sapere, cercare, studiare, imparare, rifiutare o appoggiare,
scegliere cosa leggere e cosa scrivere...

Il Presidente del Consiglio dei Ministri DOVREBBE (e se andiamo avanti così, neppure il condizionale a scuola, ci insegneranno più) esercitare unicamente il potere esecutivo tramite il Governo e invece vuole appropriarsi, oltre al potere legislativo che già detiene (Parlamentari assonnati e pigri firmano solo decreti legislativi proposti dal Governo), anche quello giudiziario.
Accentrare i tre poteri (Legislativo, Esecutivo, Giudiziario) significa entrare formalmente in una dittatura. Non più solo (e ci sembra più che abbastanza) mediatica.
La magistratura insomma, le toghe rosse, devono essere piegate e zittite per non arrecare danni d’immagine agli indagati. Che guarda caso, sono più o meno direttamente riconducibili al lavoro delGoverno.
Sarebbero l’unico potere ancora INDIPENDENTE (giacché sia le forze dell’ordine, tramite il Ministero dell’Interno, che l’esercito, tramite il Ministero della Difesa, sono alle sue “dipendenze).
Il bavaglio a quel che resta dell’informazione, ammanettare le indagini, e assoggettare la magistratura, sono i tasselli mancanti alla realizzazione di un golpe e all’instaurazione di un nuovo regime dittatoriale.

Chi tace acconsente. E voi, acconsentite ad una legge che imbavaglia l’informazione e limita il lavoro della magistratura e delle indagini? Acconsentite al modello culturale del tronista? Acconsentite alla morte della cultura? Acconsentite a pagare case, massaggi, escort, festini a chi intasca migliaia di Euro al mese per lavorare una decina di ore alla settimana? Acconsentite ad una dittatura che riduce i cittadini a macchinetta ignorante lobotomizzata e (poco) produttiva? Acconsentite ancora a rinnegare la memoria storica che abbiamo in casa (Alzheimer permettendo)?


IO NON TACCIO, IO NON ACCONSENTO.

Chiunque abbia potere è portato ad abusarne; egli arriva sin dove non trova limiti […]. Perché non si possa abusare del potere occorre che […]

il potere arresti il potere.” (Montesquieu)

IL POTERE È NOSTRO... E’ IL MOMENTO DI ALZARE LA VOCE E FARSI SENTIRE...
Non aspettiamo che l'ascia colpisca il nostro orticello,

potrebbe essere troppo tardi.

Ogni giorno potrebbe capitare a noi. Nostro figlio potrebbe essere oggetto di abusi sessuali “di lieve entità”, e mentre la sua vita è segnata per sempre, il maniaco potrebbe restare a piede libero. E nessuno lo saprebbe, perché i giornalisti non potrebbero parlarne. Nostro fratello potrebbe necessitare di cure alle quali, in Italia, per via dei tagli alla ricerca, sarebbe impossibile accedere. L'Ente per cui lavoriamo e che non aderisce alle manifestazioni di piazza perchè non direttamente coinvolto nei tagli ai fondi, potrebbe essere il prossimo ad essere abolito. Il lavoratore a tempo indeterminato potrebbe, un giorno, trovarsi a passeggio oppure ospitare un figlio precario sino a 50 anni.

Scendiamo in piazza. Tutti. Cittadini, persone, indignati, lavoratori dello spettacolo e precari metalmeccanici, giornalisti e poliziotti, finiani delusi e insegnanti incazzati, blogger, artisti, impiegate e casalinghe, disoccupati, grillini, tronisti che avete seguito i corsi di teatro per rendervi credibili…. Scendiamo in piazza come PERSONE, come CITTADINI.

Un giorno di luglio, tante piazze: una in ogni Capoluogo di Provincia.
Tanti cortei e tanti palchi, tanti speakers' corners, dai quali ognuno può esprimere la propria indignazione, la propria denuncia, il proprio NO, io non ci sto.

LEVIAMO IL BAVAGLIO,

AL NOSTRO CERVELLO!

Gridiamo no, finchè ci è possibile farlo!!



eccheccazzo!

Stefania Gatta, Merano

Emmanuele Zotti, Bolzano

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