martedì 4 maggio 2010

modellizzazione catartica I

Caro ex, sì proprio tu, che dopo due anni sono riuscita a mandare a quel paese.
Proprio tu che scrivevi dell'amore mai sopito per la ex, della trombamica con cui ti trastullavi allegramente mentre sguazzavo tra le onde cilentine struggendomi per la tua assenza.
Proprio tu che dicesti “mollami, così scrivo qualche cosa anche per te”.
E invece niente: nemmeno una battuta, una letterina d'amore, un sms, un post-it.
Nemmeno una cacatissima citazione dai baci perugina.
Mentre io, recidiva paladina delle cause perse, cercavo la tua redenzione attraverso l'amore e il dialogo. E allora, qualche riga, te la dedico io.


Mi sono innamorata di uno stronzo. Ma non uno stronzo qualunque: uno stronzo immaturo.
Lo stronzo” è una locuzione utilizzata da tutte coloro che non hanno avuto il coraggio di sfanculare il proprio ex al momento più opportuno: prima di iniziare quella relazione.
Esiste almeno un “Lo stronzo” nella storia sentimentale di ogni fanciulla. Ma è bene individuare anche una delle tante sottocategorie di genere: Lo stronzo immaturo, appunto (di seguito SI.)

Lo SI è una particolare categoria di individui di sesso maschile la cui età anagrafica è assolutamente irrilevante.
Sono stati catalogati, infatti, casi di SI di età variabile dai 18 ai 78 anni.
Ma chi è lo SI? Dove nasce, come cresce e come possiamo riconoscerlo, onde evitare strazianti e infinite telefonate notturne alle amiche?

Quello che oggi è un mostro capace di indicibili brutture quale lo SI è stato un bambino, anche dal punto di vista anagrafico.
E lì ci è rimasto, nonostante lo scatenarsi di una calvizie che lui ha ribattezzato eufemisticamente “leggera stempiatura” e che tenta di cammuffare con radicali tagli raso pelle.
È importante partire proprio da qui: elencare, dai pochi dati in nostro possesso, alcuni fattori determinanti lo sviluppo (se così si può definire) di uno SI.
Individuandoli, sarà più semplice riconoscere e combattere l'innato istinto materno femminile (e le sue innumerevoli varianti: quale la sindrome della crocerossina o la patologia della donna che ama troppo) che, inspiegabilmente, fanno sì che tante donne, ogni anno, restino vittima del famigerato SI.

Molto spesso figlio unico o unico maschietto della famiglia (Italia patria di mammoni e maschilisti, quale terra più fertile?), lo SI nasce in una famiglia benestante della piccola borghesia di provincia.
Genitori che per dare un tetto ed un futuro allo screanzato si sono fatti un mazzo tanto e che ora possono soddisfare qualsiasi bisogno materiale del pargolo, sia esso reale, imposto o supposto.

Se poi la mamma del suddetto risulta appartenere alla categoria chioccia, allora è probabile gli venga fornito anche ciò che non chiede, perchè la mamma chioccia, è noto, sa sempre cosa è meglio per il proprio cucciolo.
L'indole del fanciullo, naturalmente, è rilevante: insofferente alle regole, piuttosto sveglio e intelligente; gli vanno strette le giostrine di provincia: lui ambisce a giocare in parco Sempione!

L'educazione della creatura è stata, più che realizzata, un estenuante ed eterno tentativo di indirizzare il pargolo verso comportamenti civili.
Lungi da mamma chioccia il metodo autoritario del ceffone: lei ha sempre preferito il dialogo. Spiegare all'insofferente fanciullo che certe cose non si fanno.
E così il cucciolo mette il muso, si arrabbia ed ottiene immancabilmente ciò che vuole.
Il seme dello SI inizia a germogliare.
Cresce in un nido pulito, ordinato e riassettato, naturalmente sempre da mammà.

Della sua adolescenza si hanno poche notizie. Lo SI non ama parlarne.
Perchè?
I pochi indizi a disposizione sono le immagini d'archivio che mammina tiene in bella vista sul comodino all'ingresso: prima comunione, terza media, anni del liceo. Davvero raccapriccianti.

Il nerd paffuto e occhialuto che la donna innamorata vede in quelle foto, è davvero lo stesso uomo brillante e arguto che questa notte la prendeva con mascolina e insaziabile veemenza?
Sì, in effetti la faccia da pirla è la stessa.

TO BE CONTINUED...

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