martedì 20 aprile 2010

Attenzione: il seguente post potrebbe urtare l'intelligenza di chi ne coglie la (quasitroppopoliticamentecorretta) provocazione.

L'opinione pubblica, sostiene qualcuno, non esiste più. Ma esistono potenziali acquirenti!

Questo, a parer mio, sarebbe al contempo causa e conseguenza della (quasi) totale mancanza di capacità di indignarsi di fronte alle notizie (e al loro contenuto) che ogni giorno i media ci vomitano addosso.

La comunicazione politica, è un fatto, raggiunge le masse, o la gente, solo se adeguatamente finanziata (manifesti elettorali, volantini, inserzioni pubblicitarie hanno un costo) e modulata in base all'elettorato che si vuole raggiungere.

Si vende l'idea insomma: non a caso i guru della comunicazione, del marketing, della pubblicità, sono i più preziosi consulenti di ogni campagna elettorale.

Il fine ultimo di una campagna pubblicitaria è, solitamente, quello di indurre il potenziale consumatore a credere di aver bisogno di quel prodotto, non tanto per le doti del prodotto stesso, ma per l'immaginario che si porta appresso e che stuzzica il destinatario del messaggio pubblicitario.

Presente il famoso spot dell'after shave "per l'uomo che non deve chiedere mai"? La macchina riprende il petto villoso e scamiciato di un aitante macho, carezzato sensualmente da una mano femminile.

Ecco: i maschietti che hanno deciso di acquistare quell'after shave (non lo ammetteranno mai, ma è così!), non lo fanno solo per attenuare gli odori di una giornata d'agosto passata in ufficio con giacca e cravatta, ma sopratutto "per non chiedere mai"! I maschietti in questione indosseranno quell'after shave perché, sotto sotto, pensano così di conquistare la capacità di cuccaggio del macho visto in tivvù e "non chiederla più"!

Personalmente sono contraria. Non alla pubblicità (e neppure al macho) che ormai è un po' come lo smog (è in ogni dove e manco ce ne accorgiamo), ma alle campagne elettorali che diventano troppo “pubblicitarie”.

Mi è stato chiesto, oggi, se volessi investire ca. 200 euro per un'inserzione su di un quotidiano locale. Sarò ingenua, ma voglio sperare che chi vota (me, altri candidati della lista cui appartengo, ma anche altre liste) lo faccia perché conosce il programma di Italia dei Valori (o chi per essa) per Merano, lo condivide e decide che insieme qualche cosa si può fare.

E poi perché con il mio stipendio mensile (co.co.pro. senza ferie ne contributi pagati) non posso permettermi grosse spese per conquistare visibilità.

Voglio sperare che la visibilità sui mezzi di informazione torni ad essere dovuta alle attività dei partiti, alle loro proposte, ai programmi e non solo ai commenti riguardo a decisioni, situazioni, leggi e decreti (e sorvolo sui gusti sessuali e gossip bipartisan) che, solo in rarissimi casi, vengono trattati per ciò che sono.

Sarò ingenua, ma non tonta, come sostiene qualcuno: ecco perché mi adeguo al modus operandi attuale e ci provo pure io! Mi sono permessa di “avvicinare” il linguaggio del volantino che contiene il nostro programma, ad un “target” femminile.

“Riscrivere” il messaggio - nella forma, NON nella sostanza! - e renderlo più "leggibile" a quelle signore che sono sensibili al benessere, alla salute, alla cura della propria persona 'che si sa: “l'abito, sopratutto se di fattura sopraffina e magari griffato, il monaco lo fa eccome!”

SINTESI DEL PROGRAMMA BENESSERE IdV MERANO > perchè Merano vale!

I TRATTAMENTI PROPOSTI:

DEPURIAMO LA DEMOCRAZIA! Il conflitto d'interessi è tossico a qualunque livello! Depuriamo l'organismo (e l'organico) delle nostre amministrazioni. Chiediamo la massima trasparenza su stipendi, attività lavorative (a maggior ragione se duplici, triplici altro..), dati patrimoniali di eletti e amministratori!

DISINTOSSICHIAMO LA CITTA', con un trattamento deciso ma non traumatico! Vogliamo più sicurezza per le strade ma non un centro militarizzato, perciò SI ai poliziotti di quartiere e NO alle ronde! La vita della comunità deve essere valorizzata e protetta, ma non sempre un “neo” è sinonimo di impurità – ricordate Marilyn Monroe? -

Intervento RINVIGORENTE sul COMMERCIO: l'attività economica è il motore del sistema capitalistico in cui viviamo, perciò del tuo (e nostro!) benessere. Regaliamole, allora, una sferzata di energia portando le iniziative promozionali pubbliche, non più solo nel centro storico, ma in tutti i quartieri della città!

Massaggio TONIFICANTE al LAVORO e all'ECONOMIA: se l'economia è il motore, allora va curato e stimolato attraverso interventi mirati. Ristrutturare i condomini secondo il progetto CasaClima è un ottimo modo per facilitare gli investimenti pubblico-privati, ma non solo! Le famiglie, in questo modo, risparmieranno sui costi del riscaldamento e verranno a crearsi posti di lavoro per artigiani e piccole imprese locali.

Maschera ANTIRUGHE, per una Merano finalmente GIOVANE! Aiutiamo i ragazzi a conoscersi e migliorare la seconda lingua incoraggiando gli scambi a scuola e all'Istituto musicale e potenziando i centri giovani. E perché non creare trasporti serali gratuiti nel fine settimana? O creare campetti da calcio liberi?

Iniezioni STIMOLANTI ai programmi per l'ASSISTENZA agli ANZIANI: non “parcheggiamo” il nonno, ma coinvolgiamolo nelle attività e sosteniamo iniziative e servizi specifici dedicati agli over65!

Crema NUTRIENTE per il piano CASA: sosteniamo l'edilizia sociale per le giovani coppie e gli anziani e diminuiamo gli alloggi sfitti attraverso incentivi e disincentivi mirati!

programma speciale ASCOLTATI: Merano, per seguire il proprio programma benessere, ha bisogno di ascoltarsi. E chi meglio dei comitati di quartiere? I presidenti di ciascun comitato devono potersi incontrare con la giunta comunale: il modo più diretto per captare i bisogni del cittadino!

Spero che questa “farsa” voglia fungere non solo da scherzosa promozione (avanti politici, smettetela di prendervi così sul serio, non volete essere "più vicini alla gente"?!) e dall'altra da “monito” per chi, magari, voglia verificare se dietro ad uno slogan accattivante esiste davvero un programma coerente e funzionale ai REALI bisogni del cittadino.

lunedì 12 aprile 2010

pragmatismo

Qualche giorno fa la mia nonna (una di quelle signore arzille e attive che si bevono il grappino, che però, a 84 anni suonati, si dimenticano di perdere la memoria) è andata in città per cercare un regalo per il matrimonio del figlio del vicino di casa (uno di quei vicini che paiono essere in pensione da sempre, ergo sempre a casa, ergo sempre disponibili: dal caffè alla lampadina da cambiare).
Si è diretta, quindi, nella "storica" gioielleria in cui il nonno andava a pagare i regali che lei sceglieva per il suo compleanno o il loro anniversario (una di quelle gioiellerie foderate da immancabile e kitchissimo velluto rosso, che da decenni espongono in vetrina la stessa kitchissima teiera in argento) e si è guardata intorno.
La mia nonna ha scelto due kitchissimi portatovagliolo in argento sui quali ha fatto incidere le iniziali del nome degli sposi.
Stamane, dopo essere andata a ritirare il dono, degnamente impacchettato in una kitchissima carta verde dai ghirigori dorati, è passata anche dalla cartoleria per acquistare un biglietto augurale.
Il biglietto, però, non è kitch.
Quando sono tornata a casa, la nonna mi ha chiesto di compilare il suddetto biglietto con una frase per l'occasione e di intestare la busta ai due sposi.
"Scriviamo Ileana e Marco" oppure "Marco e Ileana?" chiede la nonna che mi ha scordato il galateo.
"Ma nonna, lei si chiama Eliana e non Ileana!"
"Accidenti, adesso come facciamo con l'incisione?!" mi dice la nonna, mentre io, da brava nipotina (una di quelle nipotine che annuisce sorridente all'ennesimo racconto del medesimo ricordo di guerra), mi avvio verso il kitchissimo gioielliere.
Tornata a casa, depongo l'ennesimo portatovagliolo in argento accanto a quelli di famiglia: Mamma, Papà, Tullio, Tiziana, Stefi, Alessio.I.

Dopo cena, continuando ad annuire meccanicamente e borbottando qualche "eh vero" "già" "mah,", mi piazzo davanti al mac e aspetto un amico per andare a vedere un film.
Squilla il telefono. E' il papi, che mi da una splendida notizia.
"Stefi, Silvia non ti ha detto nulla?"
"No papi, cosa doveva dirmi?"
"Silvia è incinta!"
Silvia è mia cugina.
Mia cugina, per inciso, è una di quelle cugine fighe, quelle maggiori che prendi come punto di riferimento: alta, sorriso smagliante, bel naso, capelli fluenti, un lavoro remunerativo e gratificante, un moroso che ti offre la pizza.
Per non parlare delle caviglie sottili!
Quando ero piccola i parenti mi dicevano "Sei tale e quale a Silvia da piccola! Guarda, in questa foto non si capisce chi sia stata ritratta, se tu oppure lei!"
Poi sono cresciuta.

"Nonna, nonna!! Silvia aspetta un bimbo!!! Nonna, ricordi Silvia, la cugina di Ora??"
"Ah, davvero? Beh, speriamo che lo chiamino con un nome che inizia per I".

Congratulazioni cuggi, ti vogliamo bene!
E' stata la notizia che ha portato il sole in questa giornata dalla cronaca cupa!

sono sempre stata avantissimo

per esempio indossavo il viola prima del '98, praticavo l'equitazione prima che diventasse feticcio di massa e perdesse la storica essenza elitaria, talvolta sogno le persone che incontrerò il giorno dopo (come il capoufficio) e nel 2006 mi ero fatta già il myspace (alla faccia di Caparezza, che cantava ancora la sua parte intollerante).
Il problema dei social network, quando li scopri prima degli altri, è che se non sono UP o COOL nel sistema sociale di tua appartenenza, resti pressochè isolato e diventi, per assurdo, a-social. Nessuno dei miei amici si era ancora registrato e sporadicamente venivo abbordata con richieste d'amicizia da internauti marpioni d'oltreoceano.
Che se solo avessero saputo tradurre la mia presentazione in italiano si sarebbero guardati bene dal farlo!

Ecco perchè
About me:
Ormai è un senso di squilibrio( si perchè il mio è più che altro un tendere incessante all'equilibrio) precario che mi accompagna costantemente. Non si tratta solo del lavoro (4 ore in un ristorante, sottopagata, in nero ma piuttosto della contabile chiusa in un ufficio illuminato male è meglio stimolare la circolazione su e giù per la sala), non si tratta solo dell'affannosa rincorsa a preparare gli esami in tempo perchè ormai-a-25-anni-dovrei-essere-sistemata-e-invece-ho-appena-ricominciato-a-studiare e non si tratta neppure dell'instabilità sentimentale e affettiva che mi arriva addosso o (molto più spesso) provoco + o meno consapevolmente. O forse E' tutto questo. Forse dovrei cambiare camminata. O smetterla di farmi certe seghe mentali che - mi direte- hanno tutti. Oppure colore ai capelli. Ma soprattutto non è possibile che a ottobre si giri ancora con le infradito ai piedi.
Who I'd like to meet:
as long as I meet :) Fa parte del mio essere la bulimia. E lo sono anche nei rapporti interpersonali. Mi basta conoscere, incontrare, get in touch, scambiare opinioni...mi nutro compulsivamente di ciò che gli altri possono (più o meno consciamente) darmi...poi magari me ne pento (come col cibo) così finisce che (anzichè infilare un dito in gola) prendo la porta o una qualsiasi altra via di fuga possibile (dallo sparire, al non rispondere al telefono, al tirare bidone o fanculizzare semplicemente). Ma come col cibo ...non tutto il barattolo di nutella finisce nel cesso...nessuno se ne va senza che una parte del "suo" venga inglobata ed assimilata dal mio organismo -> per poi depositarsi arbitrariamente su fianchi, glutei o mente.

Presa dalle novità veronesi ho dimenticato myspace e mi sono buttata nella movida reale...e oggi, per puro caso, ho riscoperto di avere un account in cui ho riversato le magagne mentali di allora.

Sono passati 4 anni e mezzo e direi che sono successe parecchie cose: mi sono laureata (sì, in scidecom e allora?!) ed ho acquisito adeguati argomenti di conversazione superficiale, sono dimagrita (circa 3 o 4 volte nell'arco di 4 anni), ho scoperto Cousch Surfing e ho conosciuto parecchie persone. Ho vissuto in 4 appartamenti diversi, ho fatto qualche viaggetto all'estero e da qualche mese sono di nuovo a Merano con un bel lavoretto a progetto, sottopagato e per di più iscritta ad un partito.

La verità è che chi mi conosce sa che non è cambiato molto. A parte il colore dei capelli.
Che sia il caso di tagliarli?