mercoledì 30 giugno 2010

29.06.2010

Non c'è contropartita.
Squarcio.

venerdì 25 giugno 2010

Due anni.
circa.

mercoledì 23 giugno 2010

TELECOM ITALIA, RACCOMANDATE E DISDETTE

Qualcuno me lo spiega come dire a Telecom Italia Servizio Clienti Residenziali che se invio 3 raccomandate di recesso significa che ho bisogno di recedere dal contratto di linea telefonica?
Qualcuno me lo spiega perchè continuano a mandarmi le bollette da pagare anche dopo 4 mesi dal trasloco Verona/Merano?
Qualcuno me lo spiega perchè per attivare la linea è tutto semplicissimo e per disdirla sono costretta a pagare, pagare, spedie, cercare ???

martedì 15 giugno 2010

mi divertono certe persone

sono colte, piene di interessi, sveglie, intelligenti, ragionano ...
Vorrebbero appropriarsi di un termine che ormai ha perso di significato,
credono di essere dei "comunisti"
c'è sempre un ex nel cuore di ognuno
...e nelle fantasie omicide del suo attuale partner.

giovedì 10 giugno 2010

APPELLO: CULTURA, COESIONE, RESISTENZA

Vista l’imminente e contestata manovra economica, vista la fiducia del Senato al ddl sulle intercettazioni, che rischia di riportare lo Stato Italiano a scivolare inesorabilmente verso una dittatura illegalitaria, ma soprattutto, vista la mia posizione privilegiata di “osservatore interno alla cultura locale”, visto che inevitabilmente, ciò che accade a Roma, ha risvolti anche in Alto Adige, soprattutto in tempi di crisi economica vorrei porre alla Vostra attenzione l’articolo di Fabio Gobbato sul Corriere dell’Alto Adige di oggi, giovedì 10.06.10.

Dal pezzo, che titola “Tagli: Teatro stabile e Haydn in allarme”, si evince quanto le attività a livello locale siano influenzate da Roma.
Vorrei però rilevare che, nonostante, e PER ORA, “la scure” colpisca solo l’orchestra Haydn ed il Teatro Stabile di Bolzano, i collaboratori di VBB e di Fondazione Teatro Comunale e Auditorium, nonché tutti gli “addetti ai lavori” che operano in ambito culturale nella nostra Provincia (benché personalmente auspichi una protesta coesa a livello nazionale), dovrebbero sentirsi presi in causa.

Le figure professionali, nell’ambito culturale altoatesino, si avvicendano all’interno delle realtà che ivi vi operano. Molti hanno alle spalle esperienze all’interno di diversi enti, istituzioni, associazioni, fondazioni, teatri, uffici provinciali, giornali, blog, anche scuole che hanno il medesimo scopo: promuovere e diffondere la cultura e le arti. E in periodi di veline, sederi al vento, tronisti ed autocensura, non solo Dio sa, quanto ce ne sia di bisogno!

Gli operatori, gli addetti stampa, gli attori, i ballerini, i tecnici si avvicendano e operano trasversalmente: dall’opera, alla danza, alla prosa, alla musica, all’educazione sia nell’ambiente di lingua tedesca, che in quello di lingua italiana.
Ma non solo: questo lavoro e l’intento educativo di promozione e sensibilizzazione culturale coinvolgono anche scuole ed insegnanti (a loro volta colpiti dalla discussa riforma Gelmini di qualche mese fa), che ogni anno aderiscono, a seconda della disponibilità economica, temporale e didattica, ai progetti formativi proposti.

E ancora, tutte le realtà sono inevitabilmente legate agli organi di informazione, dalla stampa alla televisione a internet, in questi giorni, strettamente coinvolti dalle decisioni governative (faccio riferimento alla cosiddetta “legge bavaglio” di cui sopra).

La Provincia Autonoma di Bolzano e i suoi Comuni mostrano, a livello di bilancio, una spiccata sensibilità nei confronti delle attività culturali: è anche grazie a questo che il nostro territorio è ricco di eventi e manifestazioni, realizzati, spesso grazie alla collaborazione e cooperazione reciproca tra diverse realtà.

Se è vero che le stagioni dello Stabile e della Haydn sarebbero a rischio, e che i tagli da Roma influenzeranno anche le decisioni di Provincia e Comune a livello di sostegno alla cultura (l’Assessore Tommasini promette che verrà fatto “il possibile per mantenere i finanziamenti garantiti in questi anni” ), credo che gli enti che gestiscono le strutture che essi utilizzano per gli spettacoli, possano esserne più o meno direttamente coinvolti.

Mi riferisco non solo ad implicazioni di questo tipo, ma anche e sopratutto ai rischi nella
produzione artistica: il grande successo di Elektra, coprodotta, nella stagione passata, dalla Fondazione Teatro Comunale e Auditorium di Bolzano, è anche dovuto all’apporto dell’Orchestra Haydn e del M° Kuhn.

Riguardo a Vereinigte Bühnen Bozen, che opera con successo all’interno della realtà culturale di lingua tedesca, va il mio appello di solidarietà ad un ente (Teatro Stabile Bolzano) che, distante due rampe di scale, è spesso e per certi versi, la semplice trasposizione in ambito culturale di lingua italiana.

Ma anche il Conservatorio Monteverdi, quale fucina di nuovi artisti è certamente coinvolto: la sensibilità di un insegnante sta anche nel capire quale futuro offrire ai propri studenti, spesso troppo poco attenti alle vicende attuali che possono influenzare il loro futuro.

Nel momento in cui scrivo la presente, non sono informata sulle decisioni e dichiarazioni dei rappresentanti dei suddetti enti o di altre realtà locali.
Il mio intento però, è quello di sensibilizzare, incitare, auspicare una compattezza ed una solidarietà di tutto l’ambiente culturale altoatesino, nel senso più ampio del termine, ovvero – operatori, addetti, professionisti, registi, attori, impiegati, tecnici, cantanti e musicisti ma anche insegnanti, giornalisti, FRUITORI .. –.

Qualche giorno fa, a Roma, è stata indetta una manifestazione nazionale promossa dai sindacati di categoria e dalle associazioni professionali di settore: “La CULTURA E’ FUTURO”. Futuro che anche Tommasini cita nell’intervista di oggi sul Corsera AA.

Esorto, nella duplice veste di osservatore privilegiato ed esponente dell’unico partito che fa opposizione (i Senatori IdV espulsi dall’aula del Senato), e propongo una “sollevazione locale”, una protesta, una manifestazione, un segnale visibile di solidarietà e VERA sensibilità nei confronti della cultura a livello Provinciale, i cui metodi e modalità possono essere sviluppati in un momento successivo all’oggi, che non venga promossa e organizzata necessariamente in modo ufficiale dalle Istituzioni che cito e che invito a riflettere con la presente, ma soprattutto dalle persone: dai collaboratori che vi operano, dagli insegnanti che hanno partecipato ai percorsi formativi promossi dai nostri teatri, dagli studenti del conservatorio, dai giornalisti che recensiscono gli spettacoli e presentano le nostre attività, dagli spettatori che hanno acquistato i nostri biglietti, che assistono e assisteranno agli spettacoli, dai partecipanti ai laboratori teatrali.

Non restiamo a guardare mentre la tempesta colpisce il giardino del vicino: il suo albero, con una folata di vento, potrebbe abbattersi anche sul nostro orticello.

Stefania Gatta
Italia dei Valori, Merano




mercoledì 9 giugno 2010

IL BAVAGLIO E' NEI NOSTRI CERVELLI

Negli anni 30 si chiamava MinCulPop.
Il Ministero per la Cultura Popolare si occupava di controllare tutti gli organi di stampa e di informazione, nonché le attività culturali e l’educazione. L’attività principale era, oltre alle minacce, la CENSURA.
Lo scopo: controllare l'immagine pubblica del regime e monitorare il consenso dell'opinione pubblica attraverso i sondaggi. La censura vietava la messa in commercio di film o spettacoli teatrali che rischiavano di ledere l'immagine nazionale, che mettevano in discussione i contenuti ideologici del fascismo. Ricorda niente?

Ora, mentre i sindacati e lavoratori scendono in piazza per protestare a tagli alla cultura, giornalisti e poliziotti presidiano costantemente Palazzo Madama, i terremotati Abruzzesi vengono insultati nuovamente da minacce e ricatti degni di un Kapo,
il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha forzato nuovamente la mano contro:
- l’INFORMAZIONE: blindando il testo sulle intercettazioni “legge bavaglio” e scagliandosi contro la Rai, complice di aver dato voce a quel “comunista” di Santoro. Nella duplice veste di Presidente del Consiglio e Ministro dello Sviluppo Economico con delega sulle comunicazioni, ha minacciato di abolire il canone rai e ridurre i finanziamenti alle reti pubbliche (già degradate a reti partitiche da giornalisti servili e parziali)
- la MAGISTRATURA: affermando che “La sovranità non è più nelle mani del popolo, ma nelle mani di alcuni PM che attraverso al Corte Costituzionale si fanno abrogare alcune leggi”, quando avviene solo PER quelle leggi che violano espressamente la Costituzione Italiana.
E mentre ci si chiede dove sia finita la sovranità che non trova più, è bene ricordare che si tratta di PRINCIPI DETTATI DALLA COSTUTUZIONE E DALLE CARTE DEI DIRITTI INTERNAZIONALI.

L’informazione, se non è libera e/o in mano agli organi di potere, ha il potere di inFORMARE le masse, ormai assuefatte a tette, culi, calcio e lotterie.
E mentre la velina di turno ancheggia ipnoticamente e l’ennesimo cucciolo di cane viene riportato a casa seguito da un alacre reporter di StudioAperto, la calda mano del Governo massaggia il nostro didietro con la vaselina.
Silvio Berlusconi, con la passiva complicità della non-opposizione, e di un Presidente della Repubblica grafomane, tenta di distruggere la Costituzione, la carta fondamentale per cui i nostri nonni hanno combattuto e sono morti. Non si tratta di militanza o accanimento nei confronti di un imprenditore piduista, pieno di debiti, indagato per storie di mafia, falso in bilancio, frode fiscale e corruzione giudiziaria.

NO

Si tratta della nostra libertà, del nostro cervello, del nostro futuro. Si tratta anche dei nostri soldi.
Si tratta della nostra memoria storica, che grazie a un cervello lobotomizzato seppelliamo ogni giorno sotto le macerie stronzate a cui ci aggrappiamo.

Si tratta della LIBERTA' DI SCEGLIERE
cosa guardare, sapere, cercare, studiare, imparare, rifiutare o appoggiare,
scegliere cosa leggere e cosa scrivere...

Il Presidente del Consiglio dei Ministri DOVREBBE (e se andiamo avanti così, neppure il condizionale a scuola, ci insegneranno più) esercitare unicamente il potere esecutivo tramite il Governo e invece vuole appropriarsi, oltre al potere legislativo che già detiene (Parlamentari assonnati e pigri firmano solo decreti legislativi proposti dal Governo), anche quello giudiziario.
Accentrare i tre poteri (Legislativo, Esecutivo, Giudiziario) significa entrare formalmente in una dittatura. Non più solo (e ci sembra più che abbastanza) mediatica.
La magistratura insomma, le toghe rosse, devono essere piegate e zittite per non arrecare danni d’immagine agli indagati. Che guarda caso, sono più o meno direttamente riconducibili al lavoro delGoverno.
Sarebbero l’unico potere ancora INDIPENDENTE (giacché sia le forze dell’ordine, tramite il Ministero dell’Interno, che l’esercito, tramite il Ministero della Difesa, sono alle sue “dipendenze).
Il bavaglio a quel che resta dell’informazione, ammanettare le indagini, e assoggettare la magistratura, sono i tasselli mancanti alla realizzazione di un golpe e all’instaurazione di un nuovo regime dittatoriale.

Chi tace acconsente. E voi, acconsentite ad una legge che imbavaglia l’informazione e limita il lavoro della magistratura e delle indagini? Acconsentite al modello culturale del tronista? Acconsentite alla morte della cultura? Acconsentite a pagare case, massaggi, escort, festini a chi intasca migliaia di Euro al mese per lavorare una decina di ore alla settimana? Acconsentite ad una dittatura che riduce i cittadini a macchinetta ignorante lobotomizzata e (poco) produttiva? Acconsentite ancora a rinnegare la memoria storica che abbiamo in casa (Alzheimer permettendo)?


IO NON TACCIO, IO NON ACCONSENTO.

Chiunque abbia potere è portato ad abusarne; egli arriva sin dove non trova limiti […]. Perché non si possa abusare del potere occorre che […]

il potere arresti il potere.” (Montesquieu)

IL POTERE È NOSTRO... E’ IL MOMENTO DI ALZARE LA VOCE E FARSI SENTIRE...
Non aspettiamo che l'ascia colpisca il nostro orticello,

potrebbe essere troppo tardi.

Ogni giorno potrebbe capitare a noi. Nostro figlio potrebbe essere oggetto di abusi sessuali “di lieve entità”, e mentre la sua vita è segnata per sempre, il maniaco potrebbe restare a piede libero. E nessuno lo saprebbe, perché i giornalisti non potrebbero parlarne. Nostro fratello potrebbe necessitare di cure alle quali, in Italia, per via dei tagli alla ricerca, sarebbe impossibile accedere. L'Ente per cui lavoriamo e che non aderisce alle manifestazioni di piazza perchè non direttamente coinvolto nei tagli ai fondi, potrebbe essere il prossimo ad essere abolito. Il lavoratore a tempo indeterminato potrebbe, un giorno, trovarsi a passeggio oppure ospitare un figlio precario sino a 50 anni.

Scendiamo in piazza. Tutti. Cittadini, persone, indignati, lavoratori dello spettacolo e precari metalmeccanici, giornalisti e poliziotti, finiani delusi e insegnanti incazzati, blogger, artisti, impiegate e casalinghe, disoccupati, grillini, tronisti che avete seguito i corsi di teatro per rendervi credibili…. Scendiamo in piazza come PERSONE, come CITTADINI.

Un giorno di luglio, tante piazze: una in ogni Capoluogo di Provincia.
Tanti cortei e tanti palchi, tanti speakers' corners, dai quali ognuno può esprimere la propria indignazione, la propria denuncia, il proprio NO, io non ci sto.

LEVIAMO IL BAVAGLIO,

AL NOSTRO CERVELLO!

Gridiamo no, finchè ci è possibile farlo!!



eccheccazzo!

Stefania Gatta, Merano

Emmanuele Zotti, Bolzano