lunedì 6 dicembre 2010

Non sono capace



Non sono capace, amore, di farti un canto.
Tu sei tutto di spine e di fuoco
e mi tieni lontana dal tuo cuore
pericoloso. Io non so bastarti alla gioia
e così poco così poco mi pare
t'incanto, sollevo quell'ombra scontrosa
che tu sei tutto d'amaro e furore
tu sei in urto e sperdimento
mio velocista, mio primatista del cuore
mio barbarico ragazzo di vento
mio torrente furioso
arrivi alla mia acqua quieta
con onde e sonagli e pepite d'oro.
Vecchio fiume saremo un bel giorno io e te,
io acqua e tu moto, io sponda e tu vento,
io pioggia e tu lampo,
io pesce e tu guizzo d'argento
io luna riflessa, tu cielo tu spada
d'Orione, tu tutto l'amore umano
che tento che tento
d'amarti per bene
mio grembo splendenza.
E tu prendimi
portami con te
come un incendio
nelle tue abitudini.

Mariangela Gualtieri
da 'Senza polvere Senza peso'

mercoledì 3 novembre 2010

L'unico modo per non far andare via qualcuno è non farlo tornare più.

giovedì 21 ottobre 2010

venerdì 1 ottobre 2010

scemo chi legge


ma di più quello che guarda solo la tivvù

lunedì 27 settembre 2010

Cesena, il WOODSTOCK 4stelle e1/2.

La prima “convention-non convenzionale”, di fatto, il primo “evento di campagna elettorale” del Movimento5Stelle fondato da Beppe Grillo è stata una due giorni di musica, informazione e partecipazione.

Bravi tutti.
Dai volontari che raccoglievano i rifiuti di spettatori “sbadati”, a quelli che aiutavano a scegliere il bidone per la differenziata.
E bravi pure a tutti quelli che trovavano i portafogli e li consegnavano all'organizzazione senza aver rubato un euro!
Un miracolo, direbbe l'italieno medio. E forse, anche qualche Sarentinese.

C'erano famiglie con bambini, cani – non solo quelli dei punkabbestia-, signori di mezza età e anziani che si erano portati le “spiaggine”. Ma anche streghe, rastoni dei centri sociali, signorine con la camicetta e membri del parlamento islandese SENZA tailleur!

Oltre all'acqua del sindaco di Cesena, giravano almeno due tipi di droghe leggere (del tipo che si fuma) e fiumi di birra. Mancano i dati sugli antidepressivi ed ansiolitci, ma non ho avuto modo di fare un sondaggio tra le borse delle signore astanti.

Tra un'esibizione e l'altra dei musicisti “testimonial” (arrivati gratuitamente a sostegno della causa), oltre ad un pessimo deejay-intrattenitore, sono intervenuti diversi ospiti, personalmente o in collegamento.
Marco Travaglio, in web cam, dal solito studio dei soliti interminabili interventi in cui tenta di far capire a noi poveri mortali la differenza tra assoluzione e prescrizione che ha parlato di Libertà di Stampa e di Censura. Ma anche il Nobel Jeremy Rifkin, in un intervento registrato e ispirato alle energie rinnovabili (Che il petrolio, come la pazienza, finisce!). E la parlamentare svedese,ragazza madre, che ha portato in parlamento il progetto di legge che “incentiva” la circolazione delle informazioni e tutela la libertà di stampa.
La serata ci ha regalato un cammeo: Grillo al piano e Dario Fo al microfono in un blues.
Non si è capito un cazzo, sembrava Grammelot!

Per quanto riguarda il concerto: si differenziava dal solito festival perchè ci potevi girare scalzo senza il rischio di pestare mozziconi, vetro, bicchieri, ecc.
La temutissima “ragazza con la coda di cavallo che ti gira vorticosamente davanti alla faccia” era davanti a me. E si dimenava anche mentre suonava Ivan Segreto.

Il Teatro degli Orrori spacca di brutto, o “ci sta dentro” o “rulez” fate voi.
Cristiano de Andrè che fa le cover dell'insuperabile padre pare essere arrivato al break even point della carriera e quando non canta pare biascicare come Vasco Rossi. Che decida di creare una linea di profumi?
Silvestri adorabile, ironico e sarcastico (ma è un mio parente alla lontana), Bersani (il cantante) non si ricorda i testi, Baccini – che ha scritto l'inno di Woodstock- è l'Apicella del Movimento5stelle ma da rivalutare. E mi sento un po' in colpa per non averlo fatto.
I Bud Spencer Blues Explosion hanno fatto saltare anche i signori sulle spiaggine.
Avrei preferito che Bollani suonasse “Hai mai letto Kundera?”, e invece ha fatto il “serio”.
I Tre Allegri Ragazzi Morti sono dei quasi-cinquantenni che scrivono musica per adolescenti, però alternativi.Gli adolescenti.
Su Fabri Fibra azzardo a ipotizzare un'operazione di “cambio.-merce”: lui doveva promuovere l'album uscito due settimane fa. E Beppe Grillo aveva bisogno di “nuove leve eventualmente recettive agli input che non ascoltassero i cantanti usciti da “Amici”. Comunque il suddetto rapper è tamarro proprio come un rapper e il libro che avevo con me era interessante. Belle le basi di Marracash.
Ho perso i Marta sui Tubi, ma sono certa che fossero ottimi, come sempre! Le patatine invece no, erano cotte male.
Poi c'era Dente, che ci ha chiesto “Come state?” E tutti a urlare e ridere e battere le mani “Beneeeeeeeeeee!!!”
E lui “Beati voi.”
La ragazza davanti a me si è stizzita e forse la prossima volta va da Madonna, che almeno risponde con un'altra domanda.
Gli altri non me li ricordo o non mi interessavano o ero in bagno.

Unica nota, forse, un errore semantico. O di interpretazione. O uno scivolone.
Beppe Grillo sostiene che non ci sono più leader, eppure sullo schermo scorrevano immagini del Grillo bagnato dalla folla che saluta tutti.
Mmmm Magari ci crediamo un po' di più se invece del Docu-Grillo piazzi qualche dato dei comitati cittadini o delle liste civiche o inviti i consiglieri regionai appena eletti!

Il materasso del Westfalia in cui ho dormito è molto più comodo del letto di casa.

giovedì 16 settembre 2010

"...Così vide Olga che in sottoveste color pesca si tormentava i lunghi capelli biondi:
la freccia di Cupido percorse agevolmente i dieci metri scarsi tra i due balconi e traforò le dirimpettaie fronti.
Alfonso giurò all'istante che se non avesse potuto avere quella bionda si sarebbe ucciso, privando il mondo di una muscolatura d'eccezione.
Olga giurò che se non avesse potuto avere quel bellissimo ginnasta lo avrebbe ucciso.
La situazione di partenza vedeva quindi nettamente svantaggiato Alfonso...."
S. Benni, Il destino sull'isola di San Lorenzo.

La vicina di casa

quella curiosa e pettegola.
Che sa tutto di tutti.
Senti i suoi occhi addosso: si affaccia quando parcheggi.
Sbircia da dietro le tende tirate quando entri dal cancello.
Quella che se la macchina in giardino non è nota, scatta la caccia al "Ma di chi è quell'Alfa rossa? Il Fanti l'ha cambiata due mesi fa. Sarà mica il nuovo moroso della Benzi? "

La vicina un po' sciatta, che fuma tanto, sovrappeso.
Decisamente sovrappeso.
Pensionata, insegnante, impiegata part-time.
Insomma: una che ha del tempo da perdere. E lo perde fumando, mangiando e osservando.
Quella che sa dove vanno a fare la spesa i Rossi. O che "La Tanesini ha una giacca di Prada, ma come fa a permettersela col mutuo, i bambini, il lavoro precario del marito?"
E' lei a sapere dove sono stati in vacanza quelli del piano di sotto. Non perchè glielo abbiano detto: perchè ha visto la cartolina che hanno mandato a te.

La dirimpettaia che non sopporti perchè si fa i cazzi degli altri. E ogni volta che la incontri muori dalla voglia di chiedere "Hai novità? Su di me, intendo".
Che eviti come la peste e con cui non parleresti neppure di tinte per capelli.

E poi accade una sera. Saranno le 11 e mezza.
Tu, Lei, un pianerottolo. In una scena tanto speculare quanto agghiacciante.

Due porte socchiuse, due teste che sbucano fuori, rivolte verso l'alto: due radar famelici.
Per captare da quale appartamento provengano le urla di un uomo e una donna in lite.
I vicini appena trasferiti?

Quando i nostri sguardi si incrociano, lei sorride.
E' soddisfatta, lo so.

Mi voleva qui, la stronza.

venerdì 10 settembre 2010

lateral eating

In cinese il termine crisi viene rappresentato con due ideogrammi

problema+opportunità.

venerdì 3 settembre 2010

La fiducia sta alla base di tutto?

...Mentire significa esercitare un meschino, spregevole controllo sull’altra persona. Significa permettere che l’altra persona agisca in base a informazioni incomplete.
Lasciare, in altri termini, che si umili. Mentire è comunissimo e tuttavia, se sei dalla parte alla quale si mente, è una cosa davvero sbalorditiva.
Le persone tradite da voi bugiardi sopportano una crescente lista di offese finché voi stessi, in realtà, non potete fare a meno di perdere la stima che avevate in loro, no?
Sono certa che i bugiardi abili e insistenti e subdoli come te arrivano a pensare che è la persona infinocchiata, e non tu, quella che sembra avere i limiti più grossi.
Forse tu non credi nemmeno di mentire…
Per te è una gentilezza risparmiare i sentimenti della tua compagna. Forse tu credi che le tue menzogne abbiano la natura della virtù, siano un atto di generosità verso quella scema che ti ama.
O forse non è nient’altro: una menzogna, cazzo, una menzogna dopo l’altra.
...

P. Roth, Everyman

mercoledì 1 settembre 2010

Cara ti amo 2 - la moglie dell'amico

"Certo che Sara io me la farei proprio."

"Scusa?"

"Dicevo...la moglie di Kurt, Sara. E' figa, me la farei proprio!"

"Spero tu stia scherzando. Come ti viene in mente di dirmi una cosa del genere?!?!"

"Hai ragione, non potrei mai. Kurt è il mio migliore amico.."

Cara ti amo1 - il sesso anale

"Ma te e coso.. ? "

"Quando l'uomo dice <io ti amo non te lo dirò mai ma te lo dimostro>, ma io ste dimostrazioni mica le vedo tanto allora è ora di finiamola.in sintesi: non mi merita.tsk!"

"L'uomo dice ti amo, o perchè ha combinato qualcosa o perchè vuole il culo dalla donna"

"Sei un faro nella notte! Comunque non stiamo più noninsieme perchè lui se ne va a Roma con un amico, gli ho rotto minimamente il cazzo e lui si è offeso pure!Inoltre sì, temo si fosse stufato di chiedermelo.il culo"

"Vedi, sei tu la stronza"

"E allora che s'inculi l'amico con cui va a Roma"

"Ecco, se avessi soddisfatto le sue richieste sessuali avrebbe dovuto inventarsi qualcos'altro per andare alla ricerca della sua libertà"

"Lo vedi che alla fne mi dai ragione?"

"Scusa, non l'ho fatto apposta. Sai che non lo farei mai"

giovedì 15 luglio 2010

‘o culore d’'e pparole

Quant'è bello 'o culore d''e pparole
e che festa addiventa nu foglietto,
nu piezzo 'e carta - nu' importa si è stracciato e po' azzeccato -
e si è tutto ngialluto p' 'a vecchiaia,
che fa?
che te ne mporta?
Addeventa na festa si 'e pparole ca porta scritte
so' state scigliute a ssicond' 'o culore d' 'e pparole.
Tu liegge e vide 'o blù
vide 'o cceleste
vide 'o russagno 'o vverde 'o ppavunazzo,
te vene sotto all'uocchie ll'amaranto si chillo c'ha scigliuto
canusceva 'a faccia 'a voce e ll'uocchie 'e nu tramonto.
Chillo ca sceglie, si nun sceglie buono, se mmescano 'e culore d' 'e pparole.
E che succede?
Na mmescanfrancesca 'e migliar' 'e parole,
tutte eguale e d' 'o stesso culore:
grigio scuro.
Nun siente 'o mare, e 'o mare parla, dice.
Nun parla 'o cielo, e 'o cielo è pparlatore.
'A funtana nun mena.
'O viento more.
Si sbatte nu balcone, nun 'o siente.
'O friddo se cunfonne c' 'o calore e 'a gente parla cumme fosse muta.
E chisto è 'o punto: manco nu pittore po' scegliere 'o culore d' 'e pparole.

(E. De Filippo)

mercoledì 30 giugno 2010

29.06.2010

Non c'è contropartita.
Squarcio.

venerdì 25 giugno 2010

Due anni.
circa.

mercoledì 23 giugno 2010

TELECOM ITALIA, RACCOMANDATE E DISDETTE

Qualcuno me lo spiega come dire a Telecom Italia Servizio Clienti Residenziali che se invio 3 raccomandate di recesso significa che ho bisogno di recedere dal contratto di linea telefonica?
Qualcuno me lo spiega perchè continuano a mandarmi le bollette da pagare anche dopo 4 mesi dal trasloco Verona/Merano?
Qualcuno me lo spiega perchè per attivare la linea è tutto semplicissimo e per disdirla sono costretta a pagare, pagare, spedie, cercare ???

martedì 15 giugno 2010

mi divertono certe persone

sono colte, piene di interessi, sveglie, intelligenti, ragionano ...
Vorrebbero appropriarsi di un termine che ormai ha perso di significato,
credono di essere dei "comunisti"
c'è sempre un ex nel cuore di ognuno
...e nelle fantasie omicide del suo attuale partner.

giovedì 10 giugno 2010

APPELLO: CULTURA, COESIONE, RESISTENZA

Vista l’imminente e contestata manovra economica, vista la fiducia del Senato al ddl sulle intercettazioni, che rischia di riportare lo Stato Italiano a scivolare inesorabilmente verso una dittatura illegalitaria, ma soprattutto, vista la mia posizione privilegiata di “osservatore interno alla cultura locale”, visto che inevitabilmente, ciò che accade a Roma, ha risvolti anche in Alto Adige, soprattutto in tempi di crisi economica vorrei porre alla Vostra attenzione l’articolo di Fabio Gobbato sul Corriere dell’Alto Adige di oggi, giovedì 10.06.10.

Dal pezzo, che titola “Tagli: Teatro stabile e Haydn in allarme”, si evince quanto le attività a livello locale siano influenzate da Roma.
Vorrei però rilevare che, nonostante, e PER ORA, “la scure” colpisca solo l’orchestra Haydn ed il Teatro Stabile di Bolzano, i collaboratori di VBB e di Fondazione Teatro Comunale e Auditorium, nonché tutti gli “addetti ai lavori” che operano in ambito culturale nella nostra Provincia (benché personalmente auspichi una protesta coesa a livello nazionale), dovrebbero sentirsi presi in causa.

Le figure professionali, nell’ambito culturale altoatesino, si avvicendano all’interno delle realtà che ivi vi operano. Molti hanno alle spalle esperienze all’interno di diversi enti, istituzioni, associazioni, fondazioni, teatri, uffici provinciali, giornali, blog, anche scuole che hanno il medesimo scopo: promuovere e diffondere la cultura e le arti. E in periodi di veline, sederi al vento, tronisti ed autocensura, non solo Dio sa, quanto ce ne sia di bisogno!

Gli operatori, gli addetti stampa, gli attori, i ballerini, i tecnici si avvicendano e operano trasversalmente: dall’opera, alla danza, alla prosa, alla musica, all’educazione sia nell’ambiente di lingua tedesca, che in quello di lingua italiana.
Ma non solo: questo lavoro e l’intento educativo di promozione e sensibilizzazione culturale coinvolgono anche scuole ed insegnanti (a loro volta colpiti dalla discussa riforma Gelmini di qualche mese fa), che ogni anno aderiscono, a seconda della disponibilità economica, temporale e didattica, ai progetti formativi proposti.

E ancora, tutte le realtà sono inevitabilmente legate agli organi di informazione, dalla stampa alla televisione a internet, in questi giorni, strettamente coinvolti dalle decisioni governative (faccio riferimento alla cosiddetta “legge bavaglio” di cui sopra).

La Provincia Autonoma di Bolzano e i suoi Comuni mostrano, a livello di bilancio, una spiccata sensibilità nei confronti delle attività culturali: è anche grazie a questo che il nostro territorio è ricco di eventi e manifestazioni, realizzati, spesso grazie alla collaborazione e cooperazione reciproca tra diverse realtà.

Se è vero che le stagioni dello Stabile e della Haydn sarebbero a rischio, e che i tagli da Roma influenzeranno anche le decisioni di Provincia e Comune a livello di sostegno alla cultura (l’Assessore Tommasini promette che verrà fatto “il possibile per mantenere i finanziamenti garantiti in questi anni” ), credo che gli enti che gestiscono le strutture che essi utilizzano per gli spettacoli, possano esserne più o meno direttamente coinvolti.

Mi riferisco non solo ad implicazioni di questo tipo, ma anche e sopratutto ai rischi nella
produzione artistica: il grande successo di Elektra, coprodotta, nella stagione passata, dalla Fondazione Teatro Comunale e Auditorium di Bolzano, è anche dovuto all’apporto dell’Orchestra Haydn e del M° Kuhn.

Riguardo a Vereinigte Bühnen Bozen, che opera con successo all’interno della realtà culturale di lingua tedesca, va il mio appello di solidarietà ad un ente (Teatro Stabile Bolzano) che, distante due rampe di scale, è spesso e per certi versi, la semplice trasposizione in ambito culturale di lingua italiana.

Ma anche il Conservatorio Monteverdi, quale fucina di nuovi artisti è certamente coinvolto: la sensibilità di un insegnante sta anche nel capire quale futuro offrire ai propri studenti, spesso troppo poco attenti alle vicende attuali che possono influenzare il loro futuro.

Nel momento in cui scrivo la presente, non sono informata sulle decisioni e dichiarazioni dei rappresentanti dei suddetti enti o di altre realtà locali.
Il mio intento però, è quello di sensibilizzare, incitare, auspicare una compattezza ed una solidarietà di tutto l’ambiente culturale altoatesino, nel senso più ampio del termine, ovvero – operatori, addetti, professionisti, registi, attori, impiegati, tecnici, cantanti e musicisti ma anche insegnanti, giornalisti, FRUITORI .. –.

Qualche giorno fa, a Roma, è stata indetta una manifestazione nazionale promossa dai sindacati di categoria e dalle associazioni professionali di settore: “La CULTURA E’ FUTURO”. Futuro che anche Tommasini cita nell’intervista di oggi sul Corsera AA.

Esorto, nella duplice veste di osservatore privilegiato ed esponente dell’unico partito che fa opposizione (i Senatori IdV espulsi dall’aula del Senato), e propongo una “sollevazione locale”, una protesta, una manifestazione, un segnale visibile di solidarietà e VERA sensibilità nei confronti della cultura a livello Provinciale, i cui metodi e modalità possono essere sviluppati in un momento successivo all’oggi, che non venga promossa e organizzata necessariamente in modo ufficiale dalle Istituzioni che cito e che invito a riflettere con la presente, ma soprattutto dalle persone: dai collaboratori che vi operano, dagli insegnanti che hanno partecipato ai percorsi formativi promossi dai nostri teatri, dagli studenti del conservatorio, dai giornalisti che recensiscono gli spettacoli e presentano le nostre attività, dagli spettatori che hanno acquistato i nostri biglietti, che assistono e assisteranno agli spettacoli, dai partecipanti ai laboratori teatrali.

Non restiamo a guardare mentre la tempesta colpisce il giardino del vicino: il suo albero, con una folata di vento, potrebbe abbattersi anche sul nostro orticello.

Stefania Gatta
Italia dei Valori, Merano




mercoledì 9 giugno 2010

IL BAVAGLIO E' NEI NOSTRI CERVELLI

Negli anni 30 si chiamava MinCulPop.
Il Ministero per la Cultura Popolare si occupava di controllare tutti gli organi di stampa e di informazione, nonché le attività culturali e l’educazione. L’attività principale era, oltre alle minacce, la CENSURA.
Lo scopo: controllare l'immagine pubblica del regime e monitorare il consenso dell'opinione pubblica attraverso i sondaggi. La censura vietava la messa in commercio di film o spettacoli teatrali che rischiavano di ledere l'immagine nazionale, che mettevano in discussione i contenuti ideologici del fascismo. Ricorda niente?

Ora, mentre i sindacati e lavoratori scendono in piazza per protestare a tagli alla cultura, giornalisti e poliziotti presidiano costantemente Palazzo Madama, i terremotati Abruzzesi vengono insultati nuovamente da minacce e ricatti degni di un Kapo,
il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha forzato nuovamente la mano contro:
- l’INFORMAZIONE: blindando il testo sulle intercettazioni “legge bavaglio” e scagliandosi contro la Rai, complice di aver dato voce a quel “comunista” di Santoro. Nella duplice veste di Presidente del Consiglio e Ministro dello Sviluppo Economico con delega sulle comunicazioni, ha minacciato di abolire il canone rai e ridurre i finanziamenti alle reti pubbliche (già degradate a reti partitiche da giornalisti servili e parziali)
- la MAGISTRATURA: affermando che “La sovranità non è più nelle mani del popolo, ma nelle mani di alcuni PM che attraverso al Corte Costituzionale si fanno abrogare alcune leggi”, quando avviene solo PER quelle leggi che violano espressamente la Costituzione Italiana.
E mentre ci si chiede dove sia finita la sovranità che non trova più, è bene ricordare che si tratta di PRINCIPI DETTATI DALLA COSTUTUZIONE E DALLE CARTE DEI DIRITTI INTERNAZIONALI.

L’informazione, se non è libera e/o in mano agli organi di potere, ha il potere di inFORMARE le masse, ormai assuefatte a tette, culi, calcio e lotterie.
E mentre la velina di turno ancheggia ipnoticamente e l’ennesimo cucciolo di cane viene riportato a casa seguito da un alacre reporter di StudioAperto, la calda mano del Governo massaggia il nostro didietro con la vaselina.
Silvio Berlusconi, con la passiva complicità della non-opposizione, e di un Presidente della Repubblica grafomane, tenta di distruggere la Costituzione, la carta fondamentale per cui i nostri nonni hanno combattuto e sono morti. Non si tratta di militanza o accanimento nei confronti di un imprenditore piduista, pieno di debiti, indagato per storie di mafia, falso in bilancio, frode fiscale e corruzione giudiziaria.

NO

Si tratta della nostra libertà, del nostro cervello, del nostro futuro. Si tratta anche dei nostri soldi.
Si tratta della nostra memoria storica, che grazie a un cervello lobotomizzato seppelliamo ogni giorno sotto le macerie stronzate a cui ci aggrappiamo.

Si tratta della LIBERTA' DI SCEGLIERE
cosa guardare, sapere, cercare, studiare, imparare, rifiutare o appoggiare,
scegliere cosa leggere e cosa scrivere...

Il Presidente del Consiglio dei Ministri DOVREBBE (e se andiamo avanti così, neppure il condizionale a scuola, ci insegneranno più) esercitare unicamente il potere esecutivo tramite il Governo e invece vuole appropriarsi, oltre al potere legislativo che già detiene (Parlamentari assonnati e pigri firmano solo decreti legislativi proposti dal Governo), anche quello giudiziario.
Accentrare i tre poteri (Legislativo, Esecutivo, Giudiziario) significa entrare formalmente in una dittatura. Non più solo (e ci sembra più che abbastanza) mediatica.
La magistratura insomma, le toghe rosse, devono essere piegate e zittite per non arrecare danni d’immagine agli indagati. Che guarda caso, sono più o meno direttamente riconducibili al lavoro delGoverno.
Sarebbero l’unico potere ancora INDIPENDENTE (giacché sia le forze dell’ordine, tramite il Ministero dell’Interno, che l’esercito, tramite il Ministero della Difesa, sono alle sue “dipendenze).
Il bavaglio a quel che resta dell’informazione, ammanettare le indagini, e assoggettare la magistratura, sono i tasselli mancanti alla realizzazione di un golpe e all’instaurazione di un nuovo regime dittatoriale.

Chi tace acconsente. E voi, acconsentite ad una legge che imbavaglia l’informazione e limita il lavoro della magistratura e delle indagini? Acconsentite al modello culturale del tronista? Acconsentite alla morte della cultura? Acconsentite a pagare case, massaggi, escort, festini a chi intasca migliaia di Euro al mese per lavorare una decina di ore alla settimana? Acconsentite ad una dittatura che riduce i cittadini a macchinetta ignorante lobotomizzata e (poco) produttiva? Acconsentite ancora a rinnegare la memoria storica che abbiamo in casa (Alzheimer permettendo)?


IO NON TACCIO, IO NON ACCONSENTO.

Chiunque abbia potere è portato ad abusarne; egli arriva sin dove non trova limiti […]. Perché non si possa abusare del potere occorre che […]

il potere arresti il potere.” (Montesquieu)

IL POTERE È NOSTRO... E’ IL MOMENTO DI ALZARE LA VOCE E FARSI SENTIRE...
Non aspettiamo che l'ascia colpisca il nostro orticello,

potrebbe essere troppo tardi.

Ogni giorno potrebbe capitare a noi. Nostro figlio potrebbe essere oggetto di abusi sessuali “di lieve entità”, e mentre la sua vita è segnata per sempre, il maniaco potrebbe restare a piede libero. E nessuno lo saprebbe, perché i giornalisti non potrebbero parlarne. Nostro fratello potrebbe necessitare di cure alle quali, in Italia, per via dei tagli alla ricerca, sarebbe impossibile accedere. L'Ente per cui lavoriamo e che non aderisce alle manifestazioni di piazza perchè non direttamente coinvolto nei tagli ai fondi, potrebbe essere il prossimo ad essere abolito. Il lavoratore a tempo indeterminato potrebbe, un giorno, trovarsi a passeggio oppure ospitare un figlio precario sino a 50 anni.

Scendiamo in piazza. Tutti. Cittadini, persone, indignati, lavoratori dello spettacolo e precari metalmeccanici, giornalisti e poliziotti, finiani delusi e insegnanti incazzati, blogger, artisti, impiegate e casalinghe, disoccupati, grillini, tronisti che avete seguito i corsi di teatro per rendervi credibili…. Scendiamo in piazza come PERSONE, come CITTADINI.

Un giorno di luglio, tante piazze: una in ogni Capoluogo di Provincia.
Tanti cortei e tanti palchi, tanti speakers' corners, dai quali ognuno può esprimere la propria indignazione, la propria denuncia, il proprio NO, io non ci sto.

LEVIAMO IL BAVAGLIO,

AL NOSTRO CERVELLO!

Gridiamo no, finchè ci è possibile farlo!!



eccheccazzo!

Stefania Gatta, Merano

Emmanuele Zotti, Bolzano

lunedì 31 maggio 2010

"Tutti gli usi della parola, a tutti"
mi sembra un buon motto, dal bel suono democratico.
Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo.
Gianni Rodari

venerdì 28 maggio 2010

contraddizioni

SMS ore 21.00 "Sei uno stronzo, non cercarmi più!"
SMS ore 09.00 "Sei uno stronzo, hai capito che non mi devi più cercare!?"
SMS ore 03.00 "Vaffanculo, non chiamarmi più, neppure per gli auguri di Natale"

E' divertente pensare che gli scrivo di non fare cose che in effetti già non fa.

martedì 25 maggio 2010

frustrazioni



pedofilia
corruzione
autoritarismo
censura
lobotomizzazione delle menti
non faccio sesso da tre settimane.

Sono pronta per la guerra civile

lunedì 24 maggio 2010

ore 23.57

E' stata rinnovata l'opzione Infinity sul mio numero di telefono.
Neppure il Signor Vodafone mi augura la buona notte.

mercoledì 19 maggio 2010

Mi ami???



l'affinità è elettiva

orfana di futuro

disturba i progetti

rapisce la quiete

svela i conti in sospeso

accarezzati in sogno

in un tempo spezzato

che gira rigira torna all'inizio

non vuole finire, mi ami?

sabato 15 maggio 2010

Merano da bere

Un pomeriggio guardi, di proposito, una puntata di Sex&the City.
Vernissage sulla Quinta.
Lui è affascinante e gentile. La aggancia con lo Champagne, mentre è assorta nella contemplazione di un dipinto astrattista.

Poi un'amica ti chiede di accompagnarla all'inaugurazione di una mostra in Sala Civica.
Metti il vestitino viola e gli stivali col tacco; perdi anche del tempo a trovare la pashmina che faccia pendant.
All'arrivo scopri che l'età media è di 60 anni, perchè un dodicenne ha contribuito ad abbassarla notevolmente.
La vecchia amica della nonna ti si avvicina: ti offre un punch analcoolico in cambio di un pettegolezzo sulla famiglia del terzo piano.
Ha l'alito puzzolente. O forse è la mortadella del buffet.
Ti aggiri tra le tele e, sgranocchiando la crostata della pittrice di natura-morta-con-vaso-rosso-nr17, pensi a una sola cosa:
tornare al cinema d'autore, oppure cambiare città.

venerdì 14 maggio 2010

libero pensiero

"L'autocensura è un po' come il coitus interruptus" Anonimo

giovedì 13 maggio 2010

su facebook avevo promesso che...

non avrei tediato i miei amci per fare campagna elettorale e avrei continuato a scrivere le solite stronzate.
E invece...
"ci siamo, il 16 sta per arrivare e vi dirò una cosa.
Di essere eletta non mi interessa poi granchè. Non so neppure cosa farò a settembre, visto che il mio fantastico contratto a progetto scade alla fine dell'estate.
Credo di aver sbagliato a candidarmi, ma mi interessava portare l'apporto all'unico partito nuovo di Merano.
Non ho partecipato gran che neppure alla campagna elettorale.
Ho fatto volantinaggio, ho distribuito i programmi e aiutato a raccogliere delle firme. Punto.
Ma sono timida e anche un po' sfiduciata nei confronti delle capacità intellettive delle persone, sulle quali si basano le attuali campagne elettorali.
Ho conosciuto gente che si prometteva di votare Berlusconi se avesse portato Ronaldino all'Inter, per intenderci.
Non sono nemmeno sicura che Italia dei Valori abbia fatto bene a sostenere il candidato del PD, viste le figuracce a livello nazionale e visto che Italia dei Valori si distingue proprio per il fatto di avere un carattere, una sostanza, e non un'immagine da salvaguardare buttando in un acronimo “l'essere tra la gente” e lo “snobismo intellettuale” e “il buonismo di sinistra”.
Ma tant'è.
Fatto sta che questa campagna, come tutte le ultime, è stata la solita operazione commerciale.
Italia dei Valori si è distinta, a parer mio, per non aver utilizzato tutto il budget a disposzione ed aver risparmiato sulla stampa di volantini, santini, ecc..
La sottoscritta, per motivi economici, non ha potuto permettersi inserzioni sui quotidiani locali.
Non ha neppure spammato le mail degli amici su facebook (e perdonate se è poco!) riducendosi a dare una mano e a sostenere, al bar, che le persone dovrebbero votare con coscienza e cognizione e non in base a conoscenza ed interesse.
Dal punto di vista dei messaggi politici da trasmettere, tutte le liste hanno sbrodolato i soliti slogan e portato i propri "testimonial" in zona. La lista civica, espressione della mentalità clientelare che rende l'Italia unita da Bolzano a Catania, si è prodigata nell'organizzare feste per i gggiovani ed offrire grigliate e da bere a tutti.
La Lega è salita in groppa al solito cavallo di battaglia “Via gli immigrati che ci tolgono case lavoro e sicurezza”.
Del PDL non voglio neppure parlare perchè non fa politica ma è la solita holding (e solo per chiarire: Berlusconi non è affatto un grande imprenditore, perché se lo fosse, non sarebbe “disceso” in campo con cinquecento miliardi di debiti) comunicativa anche a livello locale.
Eppure tutti i programmi sono abbastanza interessanti. Tutti i programmi sono POP, nel senso di popolari e anche populisti.
Ai giovani non serve il divertimento gratuito: ai giovani serve più cultura per imparare che non ci si diverte solo facendosi di 5 gin tonic il venerdì sera. Se il cinema non c'è, forse, è perché non è “economicamente vataggioso”. Le attività culturali, in città, sono già moltissime, il problema è che sopratutto i giovani di lingua italiana non sono molto avvezzi a questo tipo di intrattenimento.
A chi è in lista d'attesa da anni per una casa popolare non serve che gli immigrati vadano via ma servono nuove case o, meglio ancora visto che denaro pubblico ce n'è sempre meno , una politica di ristrutturazione degli alloggi sfitti.
A chi non ha lavoro perchè ha 50 anni e nessuno assume un ex muratore dalla bassa scolarità coi tendini rotti, servono progetti di reinserimento lavorativo e non mandare via gli immigrati che lavorano di più e a costo inferiore. E visto che il lavoro, ormai, si trova online, sarebbe auspicabile da parte dell'amministrazione, anche un servizio che assista chi non sa usare i mezzi informatici che ormai sono i mezzi più aggiornati nella ricerca e offerta di lavoro.
A chi va a lavorare in macchina non servono più strade ma l'idea, in testa, che si potrebbero utilizzare anche i mezzi pubblici ( e proprio le linee, anche notturne, dovrebbero essere implementate) perché io preferisco arrivare in ufficio dieci minuti più tardi piuttosto che arrivare a 50 anni con l'ennesimo tumore.
E per inciso Di Pietro non è candidato a Merano. E pensate un po', il federalismo non ci fa neppure tanto schifo.
Per fare politica non ci si deve accaparrare delle poltrone ma lo si deve fare esclusivamente nell'interesse della comunità.
Ebbene Italia dei Valori, fatemelo dire, è un partito che sembra vecchio perchè, suo malgardo, utilizza ancora le tecniche di “vecchia politica”. Ma c'è qualcosa, in Italia dei Valori Merano che ho scoperto durante la campagna elettorale. E sono le persone, che discutono e si riuniscono e propongono progetti. E sono competenti!
Sergio, che discutendo mi ha detto “grazie per avermi fatto riflettere su questo punto”, per esempio. Sergio che ancora mi ha detto “e basta con questo buonismo di sinistra!”. Uno che non ha preconcetti, uno che si sbatte e ascolta e, oltre ad ascoltare, prende in considerazioen DAVVERO quello che dici!
Giuseppe, che assieme a Robert ci crede davvero: si sbattono tutti i giorni organizzando gli incontri, traducento i testi, spiegando i regolamenti, distribuendo brochure e volantini.
Pasquale, che per primo ci ha creduto e che ha voluto coinvolgere così tanti giovani.
Annarita, sempre tanto polemica su tutto. Ma la polemica e la discussione non sono la via migliore per creare sinergie e far nascere idee?
Italia dei Valori è un partito che avrebbe dovuto correre da solo perchè ha le palle e i programmi per farlo. Sia a livello nazionale che a livello locale.
La legalità e la trasparenza sono importanti per una cittadinanza che sia davvero interessata a capire dove vanno a finire i propri soldi. Che sia una casa per Scajola o l'appalto a una ditta locale che ristruttura il palazzo del ghiaccio e che manda i propri operai a dormire in un albergo a 10 km dal cantiere (perchè l'albergo..chissà di chi è). La trasparenza e la chiarezza di programmi programmazione e gestione sono mezzi per permettere al cittadino di essere controllore delle persone che “assume” (consiglieri, sindaci, parlamentari). Il problema è: ma ai cittadini interessa davvero?Spero di sì. Se non altro per incazzarsi se alla fine del mese non posso comprarmi un libro, l'ennesimo capo firmato, fare un viaggio.
Poi voi, fate pure come volete. Basta che poi la smettiate di lamentarvi!
Cari saluti e in bocca al lupo a tutti."

lunedì 10 maggio 2010

venerdì 7 maggio 2010

chimica


Eravamo solo odori
pelle
istanti

giovedì 6 maggio 2010

modellizzazione catartica III

...segue
Ciò che rende tanto affascinante un esemplare adulto di SI, è spesso quell'alone di mistero che avvolge i suoi interminabili silenzi. Sopratutto dopo un “Perchè?” , domanda tanto cara agli esemplari di sesso femminile della nostra specie.

Una domanda del cazzo, riflettendoci, poiché ogni uomo è mosso esclusivamente da istinti animali e tende, anzitutto a soddisfare i bisogni primari: cibo, partita, sesso.

La maturità del maschio adulto si desume dal fatto che è riuscito, dopo diversi tentativi, a far conciliare la soddisfazione immediata del bisogno a obiettivi di medio-lungo termine.

Un esempio banale.

Obiettivo lungo termine: relazione più o meno stabile con una donna che si senta costantemente corteggiata dal suo uomo e che perciò non gli rompa le palle.

Obiettivo medio termine: cena romantica al ristorante thailandese per farla sentire desiderata e accontentare le sue manie esotiche.

Il maschio adulto che, nel tardo pomeriggio del giorno stabilito per la cena, ha un attacco di fame, provvederà a spezzare il languore con uno snack leggero.

In questo modo, il maschio adulto, soddisfa il suo bisogno primario e, nel contempo, lo concilia con gli obiettivi a medio-lungo termine di cui sopra.


Lo SI, invece, tenderà a riempirsi come un'otre, per poi suggerire, ruttando, di posticipare la cena ad un altro giorno.

Perchè? Perchè è uno stronzo si risponderà la povera bidonata singhiozzando.

Perchè è un coglione, le risponderà l'amica al telefono.

E ha pure il coraggio di lamentarsi se lei ha qualche cosa da dire!!


La verità è che lo SI è anche irrimediabilmente insicuro proprio perchè si rende conto del fatto che gli manchi un concetto di futuro che va al di la dei successivi cinque minuti e diciannove secondi.

Lo dimostra il fatto che subito dopo aver soddisfatto un bisogno primario, il maschio di SI, si rende conto di aver fatto un'immane stronzata, e se ne vergogna.

Tenteremo di semplificare il meccanismo con l'esempio del cucciolo di cane.

Quando il cagnolino fa la pipì in cucina, solitamente torna dal padrone (ancora ignaro) e scodinzola spavaldo. Quando però il suddetto, insospettito, si alza dal divano per andare in cucina, ecco che il cagnolino sgattaiola sotto la panca per non farsi acchiappare. In questi casi, anche le orecchie dei dobermann vengono tirate in basso dalla forza di gravità del senso di colpa.

L'esempio è facilmente applicabile anche al maschio adulto di SI.

Per una donna attenta sarà facile notare come, ad un tratto, il soggetto, si interessi inspiegabilmente alla compagna. Un dono, una telefonata inaspettata, una parola dolce.

Lo SI è assolutamente incapace, dopo aver commesso l'ennesima cazzata, di rimanere disinteressato ed egoista come al solito.

L'esempio del cagnolino, purtroppo, si ferma qui. Perchè se il cucciolo sa di aver sbagliato e tace, lo SI utilizza una subdola arma psicologica che tende a minare la (già scarsa autostima) di lei: si incazza, lo sfacciato!

Una tattica di sabotaggio morale a lungo collaudata con mammina, che esplode con veemenza tra le mani di una donna ormai in preda alla sindrome dell'”io ti salverò, dottore mi aiuti!”.


Le domande che gli vengono poste sono vane e sprecate.

Non sa nulla, non vuole sapere nulla, non dichiara nulla.

E se lo dichiara è certamente una balla facilmente smascherabile.

Altra caratteristica dello Stronzo Immaturo, infatti, è proprio il fatto che riempirà l'amata di bugie.

Incapace di riconoscerla come “essere umano” mentirà a lei e agli amici per mantenere quella parvenza di maturità che il testosterone gli conferisce in apparenza.


La donna che si innamora dello SI tenderà a cercare dietro ai silenzi o alle scuse campate per aria, un sentimento, un motivo che spinge lo SI ad avere comportamenti tanto assurdi, un abbozzo di umanità. Un perché.

Ribadiamo: un perché non c'è, è la dura legge della natura, purtroppo.


Nella testa di uno SI non c'è altro che la costante necessità di soddisfare i propri bisogni.

E anche voi, donne, che leggete questo trattato indispensabile alla vostra salvezza psicologica, dovete rendervene conto: per il vostro SI siete come un panino al formaggio.

E i panini al formaggio non hanno mai avuto relazioni stabili con nessuno.

modellizzazione catartica II

...Segue

Crescendo (dal punto di vista anagrafico), può accadere che quella vacca di madre natura, fornisca lo Stronzo Immaturo di un eccesso di testosterone che, agli occhi di osservatori poco attenti, può essere confuso con una certa “esperienza” di vita.

E' noto, infatti, che lo SI sia dotato di quel “certo non so che”. Tutte le amiche della malcapitata con riescono proprio a vederlo, ma lei trova sia affascinante.

Si tratta, nella maggior parte dei casi, di una combinazione esplosiva di elementi che stuzzicano contemporaneamente l'istinto materno e quello, più basso, dell'animale da letto che è la femmina. Una faccia da pirla (per l'appunto) ed un culo da paura; ragionamenti di un'ottusità da tredicenne ed un vero talento nel cunnilingus.

Non è raro infatti, che all'inizio della frequentazione la preda, ancora capace di intendere e volere, si chieda a ragion veduta: “ma ci fa o ci è?”. Ebbene, entrambe le cose.

Lo SI è tale, proprio perché lo sviluppo fisico ha “doppiato” di qualche giro quello cerebrale.

Mentre il corpo è diventato quello, più o meno ben definito, di un esemplare di maschio adulto, il cervello è rimasto quello di un bambino che prenderesti a ceffoni dalla mattina alla sera.

Il famoso essere mitologico con il corpo da uomo e la testa di cazzo, per intenderci.

Le cause sono molteplici, ma una su tutte pare rilevante. Nonostante lo SI rivendichi radicali scelte di vita indipendente anche in età adulta (si fa le canne e torna tardi la sera senza avvisare), non riesce a trovare una buona scusa per levare le tende da casa. I genitori speravano di liberarsene almeno durate il periodo universitario, ma se lo sono ritrovato a bazzicare casa dopo appena un anno a Bologna.

Ma andiamo ad analizzare, nel dettaglio, alcuni meccanismi che scandiscono le relazioni (o presunte tali) sentimentali di un esemplare di SI. E' proprio quando il rapporto diventa qualche cosa in più di un semplice “oddio, che scopata!” (non dimentichiamo poi, che lo SI è anche discretamente colto e pieno di interessi) , che la situazione diventa allarmante, ma al contempo estremamente interessante.

Le vittime preferite dallo SI sono tutto ciò che lui, pur millantando ferocemete, non possiede e da cui è spasmodicamente attratto: indipendenza economica, interessi, impegni, una casa. Sì perchè lo SI è immaturo ma furbo come una faina: la casa della vittima prescelta (se innamorata e intortata a dovere) può fungere da comodissima base operativa per le sue scorribande notturne e diurne.

E quando, in un eccesso di fiducia, la malcapitata decide di fornire lo S.I. di chiavi di casa sua, scenari raccapriccianti possono pararsi di fronte ai sui occhi. Se al ritorno dal lavoro (lui, dopo gli studi, ha preso giusto quei sei mesi sabbatici per dedicarsi ai bagordi serali) lei spera di trovare la cena pronta in tavola, ecco che lo SI la sorprenderà: perchè la cena è sì in tavola, ma appena divorata da lui ei suoi amici in preda alla fame chimica.

Quando, il giorno dopo, lei tenta di spiegare che le chiavi di casa volevano solo essere un modo carino per dire “dormi qui, basta che quando esci chiudi la porta a chiave” e che le norme di rispetto civile vorrebbero che si avvisasse il padrone di casa quando ci sono “ospiti”, il soggetto appare infastidito.

Nella testa dello SI esplode un unico pensiero, un'unica parola, una definizione agghiacciante che accompagnerà la relazione per tutto il tempo della sua durata: rompicoglioni.

Che si tratti di un “cosa c'è in giro stasera?” al “ma porca puttana il riscaldamento lo pago io vedi di spegnerlo se sei da solo a casa mia!”: rompicoglioni rompicoglioni rompicoglioni.Per lo S.I. non ci sono cazzi, ma solo coglioni: i suoi. Rotti da qualsiasi cosa, situazione, oggetto, parola che rischiano di farlo inciampare durante il suo cammino.

La direzione del cammino, naturalmente, non è data a sapere.

D'altra parte è indispensabile prendere atto del fatto che lo SI, proprio come una creatura, ha un unico pensiero: soddisfare i propri bisogni primari.

Non vede, non sente, non chiede. Lo SI si appropria delle cose e delle persone. Non è contemplato nelle sue facoltà mentali il meccanismo di interazione che si instaura tra individui adulti. Il significato dei termini rispetto e sincerità gli è oscuro.

Lo SI è allergico al dialogo. Se volete minacciarlo ditegli “Adesso parliamo”.

Un brivido gli correrà lungo la schiena, bianco come un cencio o rosso per l'affronto (tu, vuoi sapere qualche cosa da me?!?!) scapperà in preda al panico.

Ecco perché non si può parlare di relazione tra una donna ed uno SI: la relazione, in effetti, è di fatto esclusiva congettura mentale della fantasiosa malcapitata. Ma lei, naturalmente, sarà sempre l'ultima a rendersene conto.


TO BE CONTINUED...

mercoledì 5 maggio 2010

Saggezza popolare

Scajola si è dimesso.
Ok, ma mi spiegate perchè piove ancora?

martedì 4 maggio 2010

modellizzazione catartica I

Caro ex, sì proprio tu, che dopo due anni sono riuscita a mandare a quel paese.
Proprio tu che scrivevi dell'amore mai sopito per la ex, della trombamica con cui ti trastullavi allegramente mentre sguazzavo tra le onde cilentine struggendomi per la tua assenza.
Proprio tu che dicesti “mollami, così scrivo qualche cosa anche per te”.
E invece niente: nemmeno una battuta, una letterina d'amore, un sms, un post-it.
Nemmeno una cacatissima citazione dai baci perugina.
Mentre io, recidiva paladina delle cause perse, cercavo la tua redenzione attraverso l'amore e il dialogo. E allora, qualche riga, te la dedico io.


Mi sono innamorata di uno stronzo. Ma non uno stronzo qualunque: uno stronzo immaturo.
Lo stronzo” è una locuzione utilizzata da tutte coloro che non hanno avuto il coraggio di sfanculare il proprio ex al momento più opportuno: prima di iniziare quella relazione.
Esiste almeno un “Lo stronzo” nella storia sentimentale di ogni fanciulla. Ma è bene individuare anche una delle tante sottocategorie di genere: Lo stronzo immaturo, appunto (di seguito SI.)

Lo SI è una particolare categoria di individui di sesso maschile la cui età anagrafica è assolutamente irrilevante.
Sono stati catalogati, infatti, casi di SI di età variabile dai 18 ai 78 anni.
Ma chi è lo SI? Dove nasce, come cresce e come possiamo riconoscerlo, onde evitare strazianti e infinite telefonate notturne alle amiche?

Quello che oggi è un mostro capace di indicibili brutture quale lo SI è stato un bambino, anche dal punto di vista anagrafico.
E lì ci è rimasto, nonostante lo scatenarsi di una calvizie che lui ha ribattezzato eufemisticamente “leggera stempiatura” e che tenta di cammuffare con radicali tagli raso pelle.
È importante partire proprio da qui: elencare, dai pochi dati in nostro possesso, alcuni fattori determinanti lo sviluppo (se così si può definire) di uno SI.
Individuandoli, sarà più semplice riconoscere e combattere l'innato istinto materno femminile (e le sue innumerevoli varianti: quale la sindrome della crocerossina o la patologia della donna che ama troppo) che, inspiegabilmente, fanno sì che tante donne, ogni anno, restino vittima del famigerato SI.

Molto spesso figlio unico o unico maschietto della famiglia (Italia patria di mammoni e maschilisti, quale terra più fertile?), lo SI nasce in una famiglia benestante della piccola borghesia di provincia.
Genitori che per dare un tetto ed un futuro allo screanzato si sono fatti un mazzo tanto e che ora possono soddisfare qualsiasi bisogno materiale del pargolo, sia esso reale, imposto o supposto.

Se poi la mamma del suddetto risulta appartenere alla categoria chioccia, allora è probabile gli venga fornito anche ciò che non chiede, perchè la mamma chioccia, è noto, sa sempre cosa è meglio per il proprio cucciolo.
L'indole del fanciullo, naturalmente, è rilevante: insofferente alle regole, piuttosto sveglio e intelligente; gli vanno strette le giostrine di provincia: lui ambisce a giocare in parco Sempione!

L'educazione della creatura è stata, più che realizzata, un estenuante ed eterno tentativo di indirizzare il pargolo verso comportamenti civili.
Lungi da mamma chioccia il metodo autoritario del ceffone: lei ha sempre preferito il dialogo. Spiegare all'insofferente fanciullo che certe cose non si fanno.
E così il cucciolo mette il muso, si arrabbia ed ottiene immancabilmente ciò che vuole.
Il seme dello SI inizia a germogliare.
Cresce in un nido pulito, ordinato e riassettato, naturalmente sempre da mammà.

Della sua adolescenza si hanno poche notizie. Lo SI non ama parlarne.
Perchè?
I pochi indizi a disposizione sono le immagini d'archivio che mammina tiene in bella vista sul comodino all'ingresso: prima comunione, terza media, anni del liceo. Davvero raccapriccianti.

Il nerd paffuto e occhialuto che la donna innamorata vede in quelle foto, è davvero lo stesso uomo brillante e arguto che questa notte la prendeva con mascolina e insaziabile veemenza?
Sì, in effetti la faccia da pirla è la stessa.

TO BE CONTINUED...

martedì 20 aprile 2010

Attenzione: il seguente post potrebbe urtare l'intelligenza di chi ne coglie la (quasitroppopoliticamentecorretta) provocazione.

L'opinione pubblica, sostiene qualcuno, non esiste più. Ma esistono potenziali acquirenti!

Questo, a parer mio, sarebbe al contempo causa e conseguenza della (quasi) totale mancanza di capacità di indignarsi di fronte alle notizie (e al loro contenuto) che ogni giorno i media ci vomitano addosso.

La comunicazione politica, è un fatto, raggiunge le masse, o la gente, solo se adeguatamente finanziata (manifesti elettorali, volantini, inserzioni pubblicitarie hanno un costo) e modulata in base all'elettorato che si vuole raggiungere.

Si vende l'idea insomma: non a caso i guru della comunicazione, del marketing, della pubblicità, sono i più preziosi consulenti di ogni campagna elettorale.

Il fine ultimo di una campagna pubblicitaria è, solitamente, quello di indurre il potenziale consumatore a credere di aver bisogno di quel prodotto, non tanto per le doti del prodotto stesso, ma per l'immaginario che si porta appresso e che stuzzica il destinatario del messaggio pubblicitario.

Presente il famoso spot dell'after shave "per l'uomo che non deve chiedere mai"? La macchina riprende il petto villoso e scamiciato di un aitante macho, carezzato sensualmente da una mano femminile.

Ecco: i maschietti che hanno deciso di acquistare quell'after shave (non lo ammetteranno mai, ma è così!), non lo fanno solo per attenuare gli odori di una giornata d'agosto passata in ufficio con giacca e cravatta, ma sopratutto "per non chiedere mai"! I maschietti in questione indosseranno quell'after shave perché, sotto sotto, pensano così di conquistare la capacità di cuccaggio del macho visto in tivvù e "non chiederla più"!

Personalmente sono contraria. Non alla pubblicità (e neppure al macho) che ormai è un po' come lo smog (è in ogni dove e manco ce ne accorgiamo), ma alle campagne elettorali che diventano troppo “pubblicitarie”.

Mi è stato chiesto, oggi, se volessi investire ca. 200 euro per un'inserzione su di un quotidiano locale. Sarò ingenua, ma voglio sperare che chi vota (me, altri candidati della lista cui appartengo, ma anche altre liste) lo faccia perché conosce il programma di Italia dei Valori (o chi per essa) per Merano, lo condivide e decide che insieme qualche cosa si può fare.

E poi perché con il mio stipendio mensile (co.co.pro. senza ferie ne contributi pagati) non posso permettermi grosse spese per conquistare visibilità.

Voglio sperare che la visibilità sui mezzi di informazione torni ad essere dovuta alle attività dei partiti, alle loro proposte, ai programmi e non solo ai commenti riguardo a decisioni, situazioni, leggi e decreti (e sorvolo sui gusti sessuali e gossip bipartisan) che, solo in rarissimi casi, vengono trattati per ciò che sono.

Sarò ingenua, ma non tonta, come sostiene qualcuno: ecco perché mi adeguo al modus operandi attuale e ci provo pure io! Mi sono permessa di “avvicinare” il linguaggio del volantino che contiene il nostro programma, ad un “target” femminile.

“Riscrivere” il messaggio - nella forma, NON nella sostanza! - e renderlo più "leggibile" a quelle signore che sono sensibili al benessere, alla salute, alla cura della propria persona 'che si sa: “l'abito, sopratutto se di fattura sopraffina e magari griffato, il monaco lo fa eccome!”

SINTESI DEL PROGRAMMA BENESSERE IdV MERANO > perchè Merano vale!

I TRATTAMENTI PROPOSTI:

DEPURIAMO LA DEMOCRAZIA! Il conflitto d'interessi è tossico a qualunque livello! Depuriamo l'organismo (e l'organico) delle nostre amministrazioni. Chiediamo la massima trasparenza su stipendi, attività lavorative (a maggior ragione se duplici, triplici altro..), dati patrimoniali di eletti e amministratori!

DISINTOSSICHIAMO LA CITTA', con un trattamento deciso ma non traumatico! Vogliamo più sicurezza per le strade ma non un centro militarizzato, perciò SI ai poliziotti di quartiere e NO alle ronde! La vita della comunità deve essere valorizzata e protetta, ma non sempre un “neo” è sinonimo di impurità – ricordate Marilyn Monroe? -

Intervento RINVIGORENTE sul COMMERCIO: l'attività economica è il motore del sistema capitalistico in cui viviamo, perciò del tuo (e nostro!) benessere. Regaliamole, allora, una sferzata di energia portando le iniziative promozionali pubbliche, non più solo nel centro storico, ma in tutti i quartieri della città!

Massaggio TONIFICANTE al LAVORO e all'ECONOMIA: se l'economia è il motore, allora va curato e stimolato attraverso interventi mirati. Ristrutturare i condomini secondo il progetto CasaClima è un ottimo modo per facilitare gli investimenti pubblico-privati, ma non solo! Le famiglie, in questo modo, risparmieranno sui costi del riscaldamento e verranno a crearsi posti di lavoro per artigiani e piccole imprese locali.

Maschera ANTIRUGHE, per una Merano finalmente GIOVANE! Aiutiamo i ragazzi a conoscersi e migliorare la seconda lingua incoraggiando gli scambi a scuola e all'Istituto musicale e potenziando i centri giovani. E perché non creare trasporti serali gratuiti nel fine settimana? O creare campetti da calcio liberi?

Iniezioni STIMOLANTI ai programmi per l'ASSISTENZA agli ANZIANI: non “parcheggiamo” il nonno, ma coinvolgiamolo nelle attività e sosteniamo iniziative e servizi specifici dedicati agli over65!

Crema NUTRIENTE per il piano CASA: sosteniamo l'edilizia sociale per le giovani coppie e gli anziani e diminuiamo gli alloggi sfitti attraverso incentivi e disincentivi mirati!

programma speciale ASCOLTATI: Merano, per seguire il proprio programma benessere, ha bisogno di ascoltarsi. E chi meglio dei comitati di quartiere? I presidenti di ciascun comitato devono potersi incontrare con la giunta comunale: il modo più diretto per captare i bisogni del cittadino!

Spero che questa “farsa” voglia fungere non solo da scherzosa promozione (avanti politici, smettetela di prendervi così sul serio, non volete essere "più vicini alla gente"?!) e dall'altra da “monito” per chi, magari, voglia verificare se dietro ad uno slogan accattivante esiste davvero un programma coerente e funzionale ai REALI bisogni del cittadino.

lunedì 12 aprile 2010

pragmatismo

Qualche giorno fa la mia nonna (una di quelle signore arzille e attive che si bevono il grappino, che però, a 84 anni suonati, si dimenticano di perdere la memoria) è andata in città per cercare un regalo per il matrimonio del figlio del vicino di casa (uno di quei vicini che paiono essere in pensione da sempre, ergo sempre a casa, ergo sempre disponibili: dal caffè alla lampadina da cambiare).
Si è diretta, quindi, nella "storica" gioielleria in cui il nonno andava a pagare i regali che lei sceglieva per il suo compleanno o il loro anniversario (una di quelle gioiellerie foderate da immancabile e kitchissimo velluto rosso, che da decenni espongono in vetrina la stessa kitchissima teiera in argento) e si è guardata intorno.
La mia nonna ha scelto due kitchissimi portatovagliolo in argento sui quali ha fatto incidere le iniziali del nome degli sposi.
Stamane, dopo essere andata a ritirare il dono, degnamente impacchettato in una kitchissima carta verde dai ghirigori dorati, è passata anche dalla cartoleria per acquistare un biglietto augurale.
Il biglietto, però, non è kitch.
Quando sono tornata a casa, la nonna mi ha chiesto di compilare il suddetto biglietto con una frase per l'occasione e di intestare la busta ai due sposi.
"Scriviamo Ileana e Marco" oppure "Marco e Ileana?" chiede la nonna che mi ha scordato il galateo.
"Ma nonna, lei si chiama Eliana e non Ileana!"
"Accidenti, adesso come facciamo con l'incisione?!" mi dice la nonna, mentre io, da brava nipotina (una di quelle nipotine che annuisce sorridente all'ennesimo racconto del medesimo ricordo di guerra), mi avvio verso il kitchissimo gioielliere.
Tornata a casa, depongo l'ennesimo portatovagliolo in argento accanto a quelli di famiglia: Mamma, Papà, Tullio, Tiziana, Stefi, Alessio.I.

Dopo cena, continuando ad annuire meccanicamente e borbottando qualche "eh vero" "già" "mah,", mi piazzo davanti al mac e aspetto un amico per andare a vedere un film.
Squilla il telefono. E' il papi, che mi da una splendida notizia.
"Stefi, Silvia non ti ha detto nulla?"
"No papi, cosa doveva dirmi?"
"Silvia è incinta!"
Silvia è mia cugina.
Mia cugina, per inciso, è una di quelle cugine fighe, quelle maggiori che prendi come punto di riferimento: alta, sorriso smagliante, bel naso, capelli fluenti, un lavoro remunerativo e gratificante, un moroso che ti offre la pizza.
Per non parlare delle caviglie sottili!
Quando ero piccola i parenti mi dicevano "Sei tale e quale a Silvia da piccola! Guarda, in questa foto non si capisce chi sia stata ritratta, se tu oppure lei!"
Poi sono cresciuta.

"Nonna, nonna!! Silvia aspetta un bimbo!!! Nonna, ricordi Silvia, la cugina di Ora??"
"Ah, davvero? Beh, speriamo che lo chiamino con un nome che inizia per I".

Congratulazioni cuggi, ti vogliamo bene!
E' stata la notizia che ha portato il sole in questa giornata dalla cronaca cupa!

sono sempre stata avantissimo

per esempio indossavo il viola prima del '98, praticavo l'equitazione prima che diventasse feticcio di massa e perdesse la storica essenza elitaria, talvolta sogno le persone che incontrerò il giorno dopo (come il capoufficio) e nel 2006 mi ero fatta già il myspace (alla faccia di Caparezza, che cantava ancora la sua parte intollerante).
Il problema dei social network, quando li scopri prima degli altri, è che se non sono UP o COOL nel sistema sociale di tua appartenenza, resti pressochè isolato e diventi, per assurdo, a-social. Nessuno dei miei amici si era ancora registrato e sporadicamente venivo abbordata con richieste d'amicizia da internauti marpioni d'oltreoceano.
Che se solo avessero saputo tradurre la mia presentazione in italiano si sarebbero guardati bene dal farlo!

Ecco perchè
About me:
Ormai è un senso di squilibrio( si perchè il mio è più che altro un tendere incessante all'equilibrio) precario che mi accompagna costantemente. Non si tratta solo del lavoro (4 ore in un ristorante, sottopagata, in nero ma piuttosto della contabile chiusa in un ufficio illuminato male è meglio stimolare la circolazione su e giù per la sala), non si tratta solo dell'affannosa rincorsa a preparare gli esami in tempo perchè ormai-a-25-anni-dovrei-essere-sistemata-e-invece-ho-appena-ricominciato-a-studiare e non si tratta neppure dell'instabilità sentimentale e affettiva che mi arriva addosso o (molto più spesso) provoco + o meno consapevolmente. O forse E' tutto questo. Forse dovrei cambiare camminata. O smetterla di farmi certe seghe mentali che - mi direte- hanno tutti. Oppure colore ai capelli. Ma soprattutto non è possibile che a ottobre si giri ancora con le infradito ai piedi.
Who I'd like to meet:
as long as I meet :) Fa parte del mio essere la bulimia. E lo sono anche nei rapporti interpersonali. Mi basta conoscere, incontrare, get in touch, scambiare opinioni...mi nutro compulsivamente di ciò che gli altri possono (più o meno consciamente) darmi...poi magari me ne pento (come col cibo) così finisce che (anzichè infilare un dito in gola) prendo la porta o una qualsiasi altra via di fuga possibile (dallo sparire, al non rispondere al telefono, al tirare bidone o fanculizzare semplicemente). Ma come col cibo ...non tutto il barattolo di nutella finisce nel cesso...nessuno se ne va senza che una parte del "suo" venga inglobata ed assimilata dal mio organismo -> per poi depositarsi arbitrariamente su fianchi, glutei o mente.

Presa dalle novità veronesi ho dimenticato myspace e mi sono buttata nella movida reale...e oggi, per puro caso, ho riscoperto di avere un account in cui ho riversato le magagne mentali di allora.

Sono passati 4 anni e mezzo e direi che sono successe parecchie cose: mi sono laureata (sì, in scidecom e allora?!) ed ho acquisito adeguati argomenti di conversazione superficiale, sono dimagrita (circa 3 o 4 volte nell'arco di 4 anni), ho scoperto Cousch Surfing e ho conosciuto parecchie persone. Ho vissuto in 4 appartamenti diversi, ho fatto qualche viaggetto all'estero e da qualche mese sono di nuovo a Merano con un bel lavoretto a progetto, sottopagato e per di più iscritta ad un partito.

La verità è che chi mi conosce sa che non è cambiato molto. A parte il colore dei capelli.
Che sia il caso di tagliarli?

mercoledì 3 marzo 2010

Silvio Berlusconi

"Sembriamo i paesi satelliti dell'Iran o dei talebani. È un tentativo di truccare la partita, dimostra una volta di più agli italiani che razza di totalitarismo minacci questo Paese" Poi è esploso in un'agghiacciante risata malefica buhahahahahaha.

martedì 2 marzo 2010

Da ripetere come un mantra

Se non vuoi farti rovinare la vita dagli stronzi, elimina gli stronzi dalla tua vita.
da ripetere come un mantra
Le persone non si possono cambianre, ma cambiare persone si può!
da ripetere come un mantra
Il tuo benessere è la cosa più importante.
da ripetere come un mantra
Non mettere il culo nelle pedate

giovedì 11 febbraio 2010

Alexander Langer: La sua LOTTA CONTINUA?

Presente quel modo di dire un po' tamarro: ”Ue, ma sei troppo avanti!”
Ecco, questa è la storia di uno che è sempre stato “troppo avanti” rispetto al tempo che viveva e viviamo.
E' la storia uno spilungone occhialuto che veniva dalle valli dell'Alto Adige: terra di confine perciò bastarda per antonomasia. E un pochino bastardo, naturalmente, lo era anche lui: babbo viennese ebreo, mamma italiana e cattolica, che convolarono a nozze con immenso giubilo della cittadinanza locale, vagamente turbata dal secondo conflitto mondiale che aveva visto il Duce italianizzare coattamente la provincia di Bolzano obbligando generazioni di “crucchi” a parlare l'idioma dantesco ed importando italianissima mano d'opera dalle zone più depresse della penisola.

Fatto sta che questi borghesi intellettuali (troppo avanti pure loro) decisero di sfidare “la normalità” che voleva che la creatura di sangue viennese venisse iscritta alla scuola tedesca! Sì perché al termine del secondo conflitoo mondiale, per tutelare la minoranza e la cultura “autoctone” vennero istituite scuole riservate ai tedeschi e scuole riservate agli italiani.
Riminiscenze da “salvaguardia della razza”? Magari solo paura di perdere le proprie radici...
Insomma, il piccolo Alex venne spedito tra gli italiani (o più affettuosamente “Walsche”) ad imparare l'italiano!!!
ma come se non bastasse, e per creare ancor più confusione nel giovane ancora poco indottrinato, al termine della terza media, i genitori, lo spedirono al liceo in lingua tedesca!!
Uno sballottamento culturale e linguistico da non credere! Forse per questo motivo il giovane decise di continuare gli studi a Firenze mantenendosi come traduttore e giornalista. Si narra che negli ambienti intellettuali avesse conosciuto anche Don Lorenzo Milani, per il quale tradusse in tedesco il libro Lettera ad una professoressa.
Lungo le rive dell'Arno, negli anni in cui in Alto Adige alcuni “attivisti”, ancora incazzati per le vicissitudini del Fascistissimo Ventennio, piazzavano bombe sotto i tralicci, questo giovane studente poliglotta spinto da ideali cattolici e piuttosto vicino alla sinistra, si avvicinò prima alla Federazione Unitaria Cattolica Italiana e poi agli extraparlamentari di Lotta Continua.
Un fottuto cattocomunista che predicava la tolleranza, la convivenza, il dialogo e l'incontro con l'altro! Robe da matti!!
Tornato a Bolzano iniziò ad insegnare al liceo, sempre impegnato politicamente spinto dall'ideale che in Alto Adige l'unica soluzione ai conflitti potesse essere la convivenza tra i gruppi linguistici.
La convivenza in Alto Adige??? Non sia mai!!
Era tutto ciò contro cui si impegnavano tutti i partiti locali!
Da una parte gli autonomisti della Volkspartei, che iniziarono con un Los von Rom (Via da Roma...altro che Leghisti!!) , per poi moderarsi con un più eufemistico “Los von Trient”.
Dall'altra il Movimento Sociale Italiano, che invocava l'autorità statale e promuoveva il rifiuto della lingua e delle tradizioni locali che si erano sviluppate solo nel corso di qualche centinaio di anni. Quelli del “Siamo in Italia(A), quindi(+) si parla l'italiano(B)” per intenderci: forma decisamente più complessa del pensiero fascista, perché capace di coordinare due proposizioni semplici (A,B) con l'ausilio di una congiunzione (+)!!

L'idea di Alex era tanto semplice quanto innovativa e pericolosa: costruire dei ponti.
Nel senso metaforico del termine, naturalmente ( anche lui pensava che quello sullo stretto di Messina fosse una stronzata!).
Costruire dei ponti per superare la conflittualità.
Scrisse “Sul mio ponte si transita in entrambe le direzioni e sono contento di poter contribuire a far circolare idee e persone”.
Un utopista!
Un utopista che credeva che le conflittualià in Alto Adige (ma non solo) si potessero superare attraverso la conoscenza, la tolleranza, il rispetto reciproci.
A cavallo degli anni di piombo, abbandonata LC per prendere le distanze dalle frange più estreme e violente, e dopo un soggiorno di qualche anno in Germania dove ebbe modo di studiare il pensiero politico della sinistra europea e del movimento dei Verdi (die Gruene), tornò a Bolzano e divenne membro della Giunta Provinciale.
Proprio in quel periodo, da Roma, arrivò la decisione che per risolvere l'annosa questione (era il 1981 e l'Alto Adige aveva anticipato motti leghisti e le bombe per “trattare” con lo Stato) era indispensabile dichiarare la propria appartenenza etnico-linguistica all'anagrafe in base alla quale era possibile accedere ai concorsi nell'amministrazione pubblica, che riservava in modo proporzionale alle dichiarazioni anagrafiche, un certo numero di posti per ciascun gruppo linguistico.
Esempio: bando per l'assunzione di 10 infermieri all'ospedale
7 posti riservati al gruppo liguistico tedesco
3 posti riservati al gruppo linguistico italiano
1 posto riservato al gruppo linguistico ladino
Per “preservare” e salvaguardare la “minoranza” (chiedo venia per l'innesto politco e poco moderato)tedesca, tutto ciò è ancora così.
Alex rifiutò sempre di dichiarare la propria appartenenza, cosa che gli costò inizialmente il posto a scuola, e qualche anno più tardi la possibilità di candidarsi a sindaco di Bolzano.

Ma quel matto continuava a prodigarsi: fu tra i fondatori dei Verdi in Italia ( e pure tra quelli tentò di mettere pace!) e con loro divenne membro del Parlamento Europeo per ben due legislature; fu tra gli organizzatori del Forum per l'ambiente di Rio de Janeiro, Movimento Nonviolento, finanziatore della Casa per la nonviolenza di Verona e obiettore alle spese militari.

La “questione Altoatesina” per Alex, non era altro che una forma ridotta di conflitti più grandi e poteva essere un laboratorio di convivenza: fu lui tra gli osservatori delle prime elezioni libere in Albania e prese a cuore la siatuazione del conflitto nella ex-Yugoslavia, dove si recò in diversi viaggi istituzionali e non, finanziati col suo stipendio da parlamentare, col quale organizzava anche movimenti pacifisti in diversi ambienti.

Un utopista, che visse della sua utopia tutta la vita. Un politico per vocazione, che morì assieme ai fallimenti politici di un Alto Adige tutt'oggi diviso e ai genocidi nella Ex-Yugoslavia.
Un utopista che criticava il sistema creando alternative. Un politico, come non se ne vede più in giro. Stimati dagli avversarsi anche se forse, mai temuto (era pur sempre un Verde!).

Alexander Langer Si impiccò ad un albicocco, nel 1995. Aveva 49 anni.

Adriano Sofri nella sua commemorazione disse: “Se avessi di fronte a me un uditorio di ragazze e ragazzi, non esiterei a mostrar loro com’è stata bella, com’è stata invidiabilmente ricca di viaggi, di incontri, di conoscenze, di imprese, di lingue parlate e ascoltate, di amore la vita di Alexander. Che stampino pure il suo viso serio e gentile sulle loro magliette. Che vadano incontro agli altri con il suo passo leggero e voglia il cielo che non perdano la speranza.”

Se questo post non è tradotto ancora in tedesco è perchè la sua lotta deve continuare.
Ma se esiste questo post è perchè c'è qualcuno che ancora nella sua lotta crede e spera che oggi, i tempi, non siano ancora troppo giovani.

lunedì 8 febbraio 2010

A caccia di grilli e serpenti



Oggi mi sono sentita dare della matta. Non è mica la prima volta, e direi che porto l'appellativo con una punta di orgoglio. Il mio ex, dalla deliziosa cadenza romanesca, mi chiama affettuosamente “a matta”. Salvo scordare che quando stavamo insieme usava farcire le discussioni con uscite meno eufemistiche del tipo: “Ma te devi fa' curà da uno bbravo però!”.

Fatto sta che la risposta odierna alla domanda “ma in che senso matta?” E' stata piuttosto vaga e confusa. Il concetto di base, però, pare essere l'imprevedibilità, l'essere fuori dalla normalità, ergo: essere fuori dagli schemi, dalle norme, dalle regole.
Chi abbia stabilito poi, quali siano le norme e se esse siano giuste o meno, è ancora da chiarire.

Il fidatissimo etimo.it mi fa derivare il termine dal provenzale matou: vano, stolto, demente. Ma anche dal gotico medus, ovvero inebriante. A seguire quindi, i termini ubriaco e folle.
Il participio passato della parola finlandese meiddr, significa invece urtare.
E ancora ubriaco, insensato.

Il matto, quindi, etimologicamente parlando, sarebbe colui che, con atteggiamento ubriaco, insensato, va ad urtare, a cozzare.
E urta eccome! Il matto urta i nervi, la nostra capacità di sopportazione, il “normale” corso delle cose che tanto ci tranquillizza.

Il matto urla quando ci hanno insegnato che nn si deve urlare, il matto dice cose, a nostro parere, senza senso, il matto si arrabbia quando a noi sembra tutto così ovvio, così naturale. Il matto dice cose non solo senza un senso apparente, ma inaudite!
E l'inaudito è anzitutto il “mai udito”, qualche cosa, forse, che spesso non vogliamo ascoltare, non vogliamo neppure sentire!
E il “normale” è la norma, la regola. E si sa, chi contravviene alle “regole” non fa parte della società a cui appartiene.
Il matto è il primo anarchico perchè delle regole se ne fotte (No, Berlusconi non è assimilabile a tale definizione perchè lui, le regole, se le fa pure pubblicare in Gazzetta).
Il matto è colui che ha capito che le regole, forse, possono essere messe in discussione.

Il matto, nei tarocchi, è spesso raffigurato come un giullare. Il fool.
E chi, nel teatro shakespeariano, può permettersi, attraverso un linguaggio acuto e l'alibi della “recita” di smascherare, criticare e sbeffeggiare le prassi e le ipocrisie della corte? Di insinuare dubbi non solo nei personaggi (regnanti), ma anche nel lettore/spettatore?

Non per niente, in un mondo in rovina come la corte/mondo di Elsinore, non rimangono che le ossa del fool di corte. Il teschio di Yorik è tutto ciò che resta della capacità di critica nella società, ormai corrotta. Visione apocalittica: immaginate un mondo senza satira? Immaginate un mondo senza capacità di critica? Immaginate un mndo senza Zelig (mi spiace, Satyricon di Luttazzi non è più disponibile come esempio convincente)? Fose però anche in questo mondo, la critica ha i suoi modi, i suoi tempi, le sue categorie già istituzionalizzate. Non per niente Lenny Bruce fu arrestato diverse volte e diverse volte venne preso per “matto, a dire certe cose!”.
Daniele Luttazzi è matto.

E il matto del villaggio, quello che vaga per la città parlando da solo, magari con una giacca militare troppo larga per le sue spalle gracili e dei pantaloni in pile che non arrivano alle caviglie?
Sì veste di merda, ok. Ma se a lui andasse bene così? Se a lui non fregasse nulla del monopetto Armani o della giacchina nera con la fascetta rossa? E magari ciò che ha da dire non è affatto sciocco, senza senso.

E la matta che esplode in grida isteriche per chissà quale reazione emotiva e sveglia tutto il vicinato? Ed è normale che poi si scappa, perchè ci hanno insegnato a non urlare, a dire le cose che pensiamo con calma. E se fossimo noi, gli stronzi, che non capiscono proprio quello che la matta vuole dirci? E allora è naturale che esploda.

De Andrè cantava “Tu prova ad avere un mondo nel cuore - e non riesci ad esprimerlo con le parole”. No, non si tratta di una canzone d'amore, non nel senso pop del termine se non altro.
Il sottotitolo di questa canzone è “Dietro ogni scemo c'è un villaggio”.

Dietro ogni matto c'è la società ed il suo insieme di regole che lo definiscono tale.
Chissà cosa direbbe la persona che stasera mi ha definita matta, se sapesse che in aula studio ci andavo in pigiama!

domenica 7 febbraio 2010

Tanto per mettere in chiaro una cosa



faccio parte di quella schiera di donne che crede di attuare un effetto catartico appuntando le proprie vicende personali in modo arguto e brillante su di un blog.

Una delle milioni di "Bridget Jones" (si ringrazia l'ottimo Daniel per l'interpretazione del topos filmico), che vorrebbero rendere innocue le conseguenze di un karma incazzatissimo, facendoci su quattro risate.
Ma anche una delle tante che ormai vede l'improbabile attenzione di un ignoto internauta disattento e disadattato, decisamente più appagante (e meno umiliante) della totale indifferenza dell'ex, al quale vengono inviati copiosi sms giornalieri dal contenuto più variegato: insulti, suppliche, minacce, consigli per l'herpes genitale, saluti dal fratello.

Ebbene sì, sono l'ennesima sfigata che crede di trovare un fottuto avvocato per i diritti civili, magari pure superdotato e sensibile, nonostante i fatti abbiano ampiamente dimostrato che certe cose accadono solo nel mondo dei ... gay.

Apoteosi della banalità, ehmbè?

Dimenticavo!Fabri Fibra mi fa cacare