lunedì 12 aprile 2010

pragmatismo

Qualche giorno fa la mia nonna (una di quelle signore arzille e attive che si bevono il grappino, che però, a 84 anni suonati, si dimenticano di perdere la memoria) è andata in città per cercare un regalo per il matrimonio del figlio del vicino di casa (uno di quei vicini che paiono essere in pensione da sempre, ergo sempre a casa, ergo sempre disponibili: dal caffè alla lampadina da cambiare).
Si è diretta, quindi, nella "storica" gioielleria in cui il nonno andava a pagare i regali che lei sceglieva per il suo compleanno o il loro anniversario (una di quelle gioiellerie foderate da immancabile e kitchissimo velluto rosso, che da decenni espongono in vetrina la stessa kitchissima teiera in argento) e si è guardata intorno.
La mia nonna ha scelto due kitchissimi portatovagliolo in argento sui quali ha fatto incidere le iniziali del nome degli sposi.
Stamane, dopo essere andata a ritirare il dono, degnamente impacchettato in una kitchissima carta verde dai ghirigori dorati, è passata anche dalla cartoleria per acquistare un biglietto augurale.
Il biglietto, però, non è kitch.
Quando sono tornata a casa, la nonna mi ha chiesto di compilare il suddetto biglietto con una frase per l'occasione e di intestare la busta ai due sposi.
"Scriviamo Ileana e Marco" oppure "Marco e Ileana?" chiede la nonna che mi ha scordato il galateo.
"Ma nonna, lei si chiama Eliana e non Ileana!"
"Accidenti, adesso come facciamo con l'incisione?!" mi dice la nonna, mentre io, da brava nipotina (una di quelle nipotine che annuisce sorridente all'ennesimo racconto del medesimo ricordo di guerra), mi avvio verso il kitchissimo gioielliere.
Tornata a casa, depongo l'ennesimo portatovagliolo in argento accanto a quelli di famiglia: Mamma, Papà, Tullio, Tiziana, Stefi, Alessio.I.

Dopo cena, continuando ad annuire meccanicamente e borbottando qualche "eh vero" "già" "mah,", mi piazzo davanti al mac e aspetto un amico per andare a vedere un film.
Squilla il telefono. E' il papi, che mi da una splendida notizia.
"Stefi, Silvia non ti ha detto nulla?"
"No papi, cosa doveva dirmi?"
"Silvia è incinta!"
Silvia è mia cugina.
Mia cugina, per inciso, è una di quelle cugine fighe, quelle maggiori che prendi come punto di riferimento: alta, sorriso smagliante, bel naso, capelli fluenti, un lavoro remunerativo e gratificante, un moroso che ti offre la pizza.
Per non parlare delle caviglie sottili!
Quando ero piccola i parenti mi dicevano "Sei tale e quale a Silvia da piccola! Guarda, in questa foto non si capisce chi sia stata ritratta, se tu oppure lei!"
Poi sono cresciuta.

"Nonna, nonna!! Silvia aspetta un bimbo!!! Nonna, ricordi Silvia, la cugina di Ora??"
"Ah, davvero? Beh, speriamo che lo chiamino con un nome che inizia per I".

Congratulazioni cuggi, ti vogliamo bene!
E' stata la notizia che ha portato il sole in questa giornata dalla cronaca cupa!

1 commento:

  1. ahah favolosooooooooooooooo :-DDDD non commento più di tanto però favoloso direi :-D

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